Gemma Bovery? Suona come Emma Bovary…

Se uno prima di fare il fornaio in Normandia faceva l'intellettuale a Parigi (e la rimpiange), se è nato e vive nello stesso paese in cui Flaubert ambientò Madame Bovary, se ha chiamato il suo cane Gus (tave) come Flaubert...

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Gemma Bovery di Anne Fontaine con Fabrice Luchini, Gemma Arterton. Voto 7+

Se uno prima di fare il fornaio in Normandia faceva l’intellettuale a Parigi (e la rimpiange), se è nato e vive nello stesso paese in cui Flaubert ambientò Madame Bovary, se ha chiamato il suo cane Gus (tave) come Flaubert, se legge e rilegge Madame Bovary perché anche lui è un po’ “Bovary c’est moi”, se arriva una coppia di inglesi e lei si chiama Gemma Bovery, è deliziosa, scontenta della vita e cornifica suo marito che va e viene da Londra e ogni tanto mostra una pericolosa propensione ad avvelenare i topi con la stricnina, cosa dobbiamo aspettarci? Fabrice Luchini che -tanto per stare a Flaubert- riesce a fare sia Bouvard che Pecuchet e a creare un disastro di stupidità inseguendo l’assoluto. Ma ahimé, ad alcuni i disastri vengono sublimi, ad altri solo pasticciati. Questo film è un po’ la risposta al racconto di Woody Allen in cui il disgraziato protagonista era riuscito a far uscire madame Bovary dal libro per vivere con lui a New York e si accorgeva che la sua vita diventava un inferno banale. Qui è il fornaio che vuole vedere a tutti i costi Emma Bovary nella Gemma Bovery interpretata da Gemma Arterton (sì, Tamara Drewe), che sembra fotografata apposta per aggravare la condizione degli spettatori maschi in andropausa. Ma lei non si sente affetta da bovarismo. Gemma Bovery è un film dove tutti i maschi sotto la regia di Anne Fontaine fanno una figura terribile (sono 4 e rappresentano le epoche della vita, tutte ugualmente stupide) e l’unico rifugio possibile per il genere maschile sembra l’illusione letteraria. Molto grazioso, della serie i francesi il cinema lo fanno così, ma la storia viene da una graphic novel inglese di Posy Simmonds. Il fornaio di Luchini potrebbe essere il professore impazzito di letteratura di Nella casa che ha lasciato la manipolazione delle parole per la manipolazione della pasta di pane (che sarebbe una metafora della carne…)

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