Sanremo, l’inviato inizia a dare i numeri

1

Ho il sospetto di essere rimasto uno tra i pochissimi “addetti ai lavori” ad arrivare a Sanremo completamente “vergine”. Nel senso che prima di sbarcare in Riviera non ascolto niente. Così il lunedì, giorno delle prove generali, mi siedo su una poltroncina rossa dell’Ariston e le sento tutte insieme; non su disco come dovrei fare a Milano, ma con l’arrangiamento orchestrale e il cantante sul palco. Che di norma non indossa l’abito di scena; ma per uno come me poco interessato al look questo è un particolare di secondaria importanza.

Ma bando alle ciance, si dia il là ai “giudizi”. Anche se in questo caso è una parola grossa. Diciamo che vi dico qual è stata la mia first impression; pronto a rivederla martedì sera con la “prova Tv” e a confrontarla con le vostre, dopo che le avrete sentite anche voi. Le metto nell’ordine in cui appariranno in trasmissione, le prime 10 martedì sera, le altre 10 mercoledì.

Straordinario di Chiara: un brano pop, moderno e accattivante, cantato con qualche increspatura nella voce che gli regala un po’ di anima. Si apre subito, però non decolla mai del tutto, almeno al primo ascolto. Il problema della ragazza padovana, classe 1986, è far dimenticare quella terrificante campagna pubblicitaria per una compagnia telefonica. Voto 6 e mezzo

Sogni infranti di Gianluca Grignani: il cantautore brianzolo sul palco si fa accompagnare da basso e chitarra per dare un po’ di brio al suo pezzo, una canzone pop tendente al rock. Ma convince a metà. Ha le caratteristiche dell’incompiuta. Voto 5 e mezzo

Un attimo importante di Alex Britti: la canzone parte lenta, con bei contrappunti blues di chitarra. Poi entra una ritmica quadrata che dà forza al tutto. La prima strofa del testo è un omaggio (voluto?) alla Feel me, see me, touch me dei mitici Who (ma tutto il resto non c’entra niente). Comunque un brano piuttosto intenso. Voto 6 e mezzo

Adesso e qui (Nostalgico presente) di Malika Ayane: per la serie la classe non è acqua… Inizia su un accordo di piano, poi entra la sezione d’archi, quindi la ritmica. Un brano lento dall’atmosfera davvero coinvolgente. Poi ci sono le parole giuste messe lì dalla stessa Malika con Pacifico. E quando lei va su con la voce fa venire i brividi. Da applausi. Voto 8

Il mondo esplode tranne noi dei Dear Jack: qualcuno avrà la faccia tosta di chiamarlo rock. Invece è un pop scialbo; un pezzo costruito a tavolino, senz’anima. Ma sono la bandiera dei “supergiovani” e piacciono. Quindi hanno ragione loro. Voto 5 meno

Voce di Lara Fabian: c’era bisogno di andare fino in Belgio per scovarla? Una melodia vecchia vecchia. È vecchio persino il suo modo di muoversi sul palco. Eppure, stando alla sua biografia, pare abbia soltanto 45 anni. In ogni caso per me la sua canzone è dimenticabilissima. Voto 2

Fatti avanti amore di Nek: intro di piano elettrico, poi parte la cassa in quattro e la melodia si apre. Siamo quasi in zona dance, il pezzo fa muovere il piedino. Magari remixato da un top Dj funziona in discoteca. Però non mi esalta. Voto 6 meno

Io sono una finestra di Grazia Di Michele e Mauro Coruzzi: onestamente temevo la presenza sul palco dell’Ariston di Platinette (che comunque non è un cantante, infatti durante le prove ha cannato di brutto). Invece devo riconoscere che il pezzo non è dei peggiori, un giro di blues nobilitato da un un bel testo contro i pregiudizi. Voto 6 più

Una finestra tra le stelle di Annalisa: a Sanremo 2013 aveva fatto intravedere un tentativo di svolta verso un pop più raffinato. Ora fa come i gamberi e torna da dove era partita, proponendo una ballatina melodica che non è né carne né pesce. Voto 4

Buona fortuna amore di Nesli: stavolta niente rap, ma un brano lento, molto intenso, basato su un tappeto ritmico trascinante. Anche questa è una canzone d’amore, ma perlomeno Nesli non fa il finto moralista e parla di sesso in maniera esplicita. Voto 6

Sola di Nina Zilli: brano dal sapore black, che per essere assaporato a pieno necessita di più ascolti. Nina sfrutta benissimo l’orchestra, in particolare la sezione dei fiati (ma anche gli archi quando entrano hanno il loro perché). Il “plus” è la sua presenza sul palco, davvero straordinaria. E quando, verso il finale, si lascia andare a qualche virtuosismo vocale strappa applausi a scena aperta. Voto 7 e mezzo

Che giorno è di Marco Masini: brano decisamente “alla Masini”. Parte lento. Poi sale. Quindi esplode il ritornello. Il testo è discreto, anche se un verso (E smettila di smettere) grida vendetta. Voto 6 meno

Libera di Anna Tatangelo: una volta la si scusava dicendo che era giovane, che doveva crescere. Ma ora è un mantra che non funziona più. Il suo è semplicemente un pezzo incolore composto da Kekko dei Modà. Punto. Voto 4

Come una favola di Raf: stavolta non graffia. La canzone con cui si presenta a Sanremo non è paragonabile ai suoi brani migliori. Comunque Raf resta un autore raffinato che raramente va sotto la sufficienza. Voto 6

Grande amore de Il Volo: sessant’anni in tre: i tenorini ne hanno di strada davanti. E anche dietro le spalle, visti i successi internazionali già raccolti. Al Festival cantano esattamente quello che ci si aspetta da loro: un pezzo dal grande impatto, in perfetto stile “Sanremo d’antan”. Questi figli di Ti lascio una canzone sono a rischio podio. Voto 5 più

Un vento senza nome di Irene Grandi: la cantante fiorentina è simpatica e trasmette allegria, ma qui siamo distanti anni luce da La tua ragazza sempre. Canta un brano lento senza mordente, che non aggiunge nulla a quanto ha fatto fin qui. Voto 5

Vita d’inferno di Biggio & Mandelli: nobilitati dalla presenza di Roy Paci come direttore d’orchestra, si fanno accompagnare sul palco da un ensemble di 12 tra fiati e percussionisti, più altri tre che stanno lì a giocare a carte. È una marcetta alla Cochi & Renato (ma almeno nelle strofe un po’ ricorda anche A me mi piace vivere alla grande di Franco Fanigliulo). Sdoganano parole come connessione WiFi, Champions League, Peppa Pig, mutande, preservativo e giramento di c… Voto 6 meno

Siamo uguali di Lorenzo Fragola: un brano melodico sapientemente arrangiato da Lucio “Violino” Fabbri. Possente la ritmica. Lui ha vent’anni e tra gli autori c’è il suo coach a X Factor Fedez. Mi sa che è seriamente indiziato per salire sul podio. Voto 6

Il solo al mondo di Bianca Atzei: cosa ci faccia questa ragazza tra i “big” sanremesi se lo sono domandati in molti. In realtà la risposta è semplice: ha un management potentissimo. Canta un pezzo molto ruffiano, un bluesettino (e spiace dover usare il diminutivo per un genere così importante) scritto da Kekko dei Modà. Il ritornello ne ricorda mille altri. Bianca canta con una voce graffiata che non graffia. Voto 4 e mezzo

Oggi ti parlo così di Moreno: se esistesse un Premio Simpatia se lo aggiudicherebbe senza problemi. In più a dirigerlo c’è Peppe Vessicchio! Moreno (che da oggi scrive un “diario sanremese” per Spettakolo.it: clicca qui per leggerlo) propone quello che è il suo pane quotidiano, il rap. Ma stavolta prova a crescere, parlandoci di sé in modo più maturo: “Crudo, spietato, diretto / ma sempre fin troppo sincero…”. Voto 6 e mezzo

Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

1 COMMENTO

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome