Bennato shock: ho un album pronto ma non me lo pubblicano

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Edoardo Bennato nei giorni scorsi a Napoli, in uno degli appuntamenti aperti al pubblico di Panorama d’Italia, il tour organizzato dal settimanale Panorama, ha rilasciato una dichiarazione che ha dell’incredibile: “Ho una ventina di nuove canzoni pronte. Ho anche il titolo dell’album. Ma non sono io che faccio i giochi.”
Sembra assurdo dover ascoltare queste dichiarazioni dall’autore di album-capolavoro come Burattino senza fili o Sono solo canzonette (tanto per citarne solo un paio), oltre ad essere stato il primo italiano ad aver riempito San Siro con oltre 70.000 spettatori il 19 luglio del 1980. Come è possibile che un artista del suo calibro non trovi nessuno disposto ad investire sul suo nuovo album? Come è possibile per una casa discografica non puntare su uno dei cantautori che hanno fatto la storia della musica italiana, anche solo fosse per una questione di cultura musicale e non di mero guadagno economico?
La risposta, forse, potrebbe essere nascosta tra diverse ipotesi: il cantautore napoletano ha affermato infatti che l’unica proposta ricevuta da una casa discografica prevedeva la sua partecipazione al Festival di Sanremo, idea però da lui scartata. Segno che per molte case discografiche, in tempi di crisi del settore, una delle poche vetrine rimaste per gli artisti di lungo corso è proprio quella sanremese, in una TV sempre più sommersa dai talent.
Ma potrebbe esserci anche un’altra spiegazione: Bennato ha anche dichiarato che “In questo momento i giochi li fanno le radio, le case discografiche, non io”.
Forse allora Sergio Caputo nel suo duro attacco verso la lobby di “Radiopoli” non aveva poi tutti i torti, e forse c’è davvero in atto un meccanismo perverso, in una sorta di commistione tra network radiofonici e case discografiche che punta a promuovere solo i propri prodotti, lasciando fuori chi vuole mantenere la sua coerenza di artista indipendente, che non vuole scendere a compromessi con chi tiene le redini del mercato musicale italiano.
Tutto questo, però, avviene a totale discapito dell’ascoltatore, che invece di avere la possibilità di poter ascoltare una proposta musicale ampia e variegata e poi scegliere cosa comprare, si vede imporre le scelte musicali interessate dei grandi network radiofonici.

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