A Campovolo il concerto del Liga più lungo di sempre

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Foto: Riccardo Medana

Avventurosi, inaspettati, appaganti. Se dovesse usare soltanto tre aggettivi per definire i suoi 25 anni di carriera, Ligabue sceglierebbe questi. E per festeggiare un traguardo così importante ha invitato stampa, televisioni, fotografi, blogger in quel luogo che ormai è diventato “casa sua”, l’aeroporto di Reggio Emilia, meglio noto come Campovolo, per ufficializzare la notizia che i suoi fan attendevano da mesi: Campovolo 2015 si farà. La data, anche se in forma non ufficiale, circolava già da un po’: sabato 19 settembre. Ma tutto il resto è rimasto segreto fino all’ultimo: sarà una grande festa durante la quale si festeggeranno i 25 anni dell’album d’esordio Ligabue (lo suonerà integralmente con i ClanDestino), i 20 di Buon compleanno Elvis (pure questo sarà riproposto per intero dal vivo con la Banda e con gli arrangiamenti del produttore originale Fabrizio Barbacci) e per finire una sorta di best of… de Il giro del mondo con il Gruppo, la formazione che lo ha accompagnato negli ultimi tour. Come ha sottolineato lo stesso Luciano, «Sarà il concerto più lungo di tutta la mia carriera».

Foto: Riccardo Medana
Foto: Riccardo Medana

Prima di dare l’annuncio a una platea di media molto nutrita (stipati in ben cinque pullman, due da Milano, tre da Roma. Più altri giunti fin lì con i propri mezzi), il Liga ha cantato accompagnandosi con la chitarra acustica tre brani che rappresentano altettanti step della sua carriera: Sogni di rock’n’roll, Certe notti e C’è sempre una canzone. Poi l’amico-produttore Claudio Maioli («per me è come un padre, due padri, un’intera famiglia…») e il promoter Ferdinando Salzano hanno ufficializzato la notizia: come ea già successo nel 2011, la festa inizierà già venerdì 18 alle ore 15, con l’apertura del Liga Village, del Ligastory, dei punti di ristoro e dello spazio mongolfiere: ce ne saranno almeno sei, dove si potrà salire per fotografare l’area dall’alto. La festa sarà animata da artisti di strada.

I biglietti saranno messi in vendita dalle ore 16 di oggi, giovedì 7. Costano 50 euro e ogni acquirente avrà in omaggio uno Special box Campovolo 2015 in formato Moleskine gigante: è una sorta di libro che racconta i momenti più importanti della carriera del Liga ed è arricchito da alcune foto formato cartolina e da un Dvd con i videoclip di Balliamo sul mondo e Certe notti, i filmati degli stessi brani eseguiti dal vivo durante il Mondovisione tour e il videoclip di C’è sempre una canzone.

Luciano ha pure annunciato che presto realizzerà due documentari per la Tv: col primo (di cui firmerà anche la regia) racconterà il making of dell’album d’esordio, il secondo invece narrerà i successivi vent’anni.

Foto: Riccardo Medana
Foto: Riccardo Medana

«Cosa volete che vi dica?», ha esordito visibilmente emozionato. «I miei sogni di rock’n’roll si sono realizzati in un modo che io nemmeno immaginavo, quando scrissi questa canzone. In questi 25 anni ho pubblicato 18 album, due libri di racconti, uno di poesie, un romanzo e ho firmato la regia di due film. Ogni volta che ci penso provo meraviglia ed ovviamente mi sento appagato. Voglio ringraziare una volta ancora il mio pubblico, rispetto al quale provo un’enorme gratitudine».

Rispondendo alle varie domande che gli sono state fatte, ha detto che «certo, le mie canzoni partono sempre da un’idea di testo. Però il mio modo di scrivere dai primi tempi è cambiato, perché sono cambiato tanto io come essere umano. Se guardo indietro e rivedo com’ero ai tempi del primo album, mi faccio tenerezza. Che consigli darei a quel Liga? Gli direi “ma guarda come ti muovi, guarda come ti vesti!”. In ogni caso su un palco mi sono sempre sentito a mio agio, fin dai primi concerti. Infatti se dipendesse da me, non scenderei mai».

Riguardo il recente tour mondiale ha detto: «È stato un grande regalo che ci siamo voluti fare. E mi ha riservato tante sorprese, per esempio vedere fan giapponesi che sapevano a memoria le mie canzoni. In Brasile sapevo di avere dei fan, ma non sapevo di averne così tanti. Sotto l’aspetto artistico, è stato un viaggio incentrato sulla totale libertà; perché quando suono in Italia ci sono delle aspettative, mentre all’estero nessuno si aspettava niente, quindi ci sentivamo completamente liberi, un po’ come se fosse una lunga vacanza».

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Foto: Riccardo Medana

E sul futuro dice: «Ci sarà un’ulteriore evoluzione di Ligabue? Lo spero, ma non sono in grado di dirlo ora. Ogni tanto ho un’urgenza di dire qualcosa, e allora nasce una canzone. Scrivo tanto, ma mi rendo conto di cosa ho scritto soltanto dopo averlo fatto, non sono un mago capace di prevedere in anticipo cosa succederà».

Nessun progetto di carattere cinematografico: «Stare davanti a una cinepresa non è cosa per me, semmai potrebbe farlo il mio storico manager Claudio Maioli. E stare dietro la cinepresa vorrebbe dire rinunciare per due anni al piacere della musica, che è un piacere decisamente più appagante, perché quando suoni dal vivo hai un pubblico di fronte a te e vedi immediatamente come reagisce. Semmai, se me lo proponessero, potrei pensare a fare una nuova esperienza come giurato di un festival cinematografico».

Dopo aver raccontato che «quasi tutte le mie canzoni sono state scritte velocemente, a volte addirittura in cinque o dieci minuti. Poi però c’è un lungo lavoro di limatura, di messa a punto dei dettagli, scelta delle parole migliori per esprimere quel determinato concetto. Insomma, le fasi di lavorazione sono due e ben distinte. Una prima fase è decisamente artistica, poi subentra quella più artigianale».

C’è stato un momento preciso in cui ha capito di avercela fatta, il primo concerto fatto fuori dalla sua regione, ad Alessandria: «Era un raduno chiamato Rocktober Fest. Il biglietto costava 10.000 lire, compresa una birra. Avevo addirittura un gruppo spalla, gli Statuto. Rimasi a bocca aperta vendendo che tutti quelli delle prime venti file cantavano a memoria le mie canzoni».

Foto: Riccardo Medana
Foto: Riccardo Medana

Però in questi 25 anni ci sono stati anche momenti meno esaltanti, per esempio quando uscì il terzo album, Sopravvissuti e sopravviventi, all’epoca accolto male un po’ da tutti, anche se col tempo i fan lo hanno rivalutato parecchio. E poi quando pubblicò Miss Mondo, «che mi creò diversi problemi di identità. Per mia fortuna risolti già col disco successivo».

Ma in tutto questo tempo il mondo della musica ha mutato pelle, diventando quasi irriconoscibile: c’era il vinile, oggi c’è Spotify. Nei momenti topici dei concerti si accendevano gli accendini, oggi si fanno vedere gli schermi dei telefonini. Tutto questo a Luciano piace fino a un certo punto: «Purtroppo la musica è diventata un sottofondo mentre si scrivono mail. Anche chi scrive di musica sui giornali spesso non è capace di approfondire un concetto, quel che importa è il titolo. Invece mi piacerebbe che ci fosse un po’ più rispetto per la musica e per tutto quello che rappresenta. Riguardo i social, li frequento poco. Spesso sono le persone del mio staff che alimentano quelli a mio nome. In ogni caso il mio giudizio resta sospeso, dipende dall’uso che se ne fa. Mi dispiace che spesso sostituiscano le frequentazioni personali. Io ad una gran quantità di amicizie virtuali preferisco anteporne poche ma vere».

In chiusura di incontro sono state date altre due notizie: Ticket One ha calcolato che in dieci anni, dal 2005 al 2015, ha venduto la bellezza di 2.232.000 biglietti per i concerti del Liga (ai quali ovviamente bisogna aggiungere quelli venduti da altri circuiti o nelle biglietterie).

Mentre secondo EarOne, la società che stila la classifica dei passaggi radiofonici, Luciano è “miglior artista dell’anno”.

Insomma, una lunga serie di soddisfazioni per uno che 25 anni fa faceva i suoi sogni di rock’n’roll.

Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

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