Fusione contro imitazione

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Avrete sicuramente sentito parlare spesso di cucina fusion. Si tratta di quel tipo di cucina che, attingendo alla cultura gastronomica di altri Paesi, ne coglie gli elementi essenziali e li interpreta, utilizzando ingredienti locali. Oppure mescola le materie prime per ottenere piatti inediti.

Differente è l’imitazione che, in ogni Paese, si fa della cucina di altri Paesi. Ad esempio: gli spaghetti Alfredo, esistono solo fuori dall’Italia, così come le fajitas messicane sono più comuni all’estero che in Messico (in un mese sono riuscita a trovarle solo a Città del Messico e non nello Yucatan, nel Chapas, a Oaxaca o in tutte le altre città che ho girato).

Anche la cucina cinese non è solo involtini primavera, ravioli e maiale in agrodolce. Quasi da nessuna parte (ad eccezione delle grandi comunità cinesi fuori dalla Cina, una su tutte San Francisco) troverete, ad esempio il dim sum, una varietà di piccole porzioni di piatti, caratteristici della cucina cantonese, consumati come spuntino o pasto vero e proprio.

Non mangio mai cibo italiano fuori dall’Italia poiché per la cucina italiana, così come per le cucine del resto del mondo, l’adattamento di una ricetta originale al gusto locale, nella maggior parte dei casi, stravolge la natura stessa del piatto.

alfredo
Salsa “Alfredo”

E vale per tutti. Se avete assaggiato i wurstel tedeschi, capirete la differenza rispetto a quelli che vengono serviti in Italia. Se avete mangiato riso al curry nello Sri Lanka, non vi potete accontentare di quello che trovate in qualsiasi altra parte del mondo.

Ma se avete viaggiato abbastanza da esservi appropriati del cuore e dell’essenza del cibo “degli altri”, sarà una gioia mettervi ai fornelli per preparare un sushi con ingredienti mediterranei, o una marinata per una tartare con salsa di pesce vietnamita, o ancora delle fajitas, ma utilizzando il pane carasau al posto delle tortillas e cambiando totalmente il tipo di verdure da abbinare. E’ questa la cucina fusion.

Creare è più difficile che copiare ma, se ci mettete impegno, è mille volte più soddisfacente. Quando siete all’estero cercate, quindi, di portare a casa i prodotti tipici del Paese che state visitando, cercando già di immaginare come abbinarli.

E nel cercare un ristorante, non accontentatevi degli spaghetti Alfredo, nella vana ricerca di ritrovare un sapore di casa. Avete tutta la vita per mangiare cibo italiano in Italia, anche se non ho saputo resistere alla tentazione di una fotografia sull’italianissima poltrona di Eataly…. a New York!

 

L’IDEA DA PORTARE A CASA: SALMONE CON MARINATA FUSION E MOZZARELLA DI BUFALA

Questa marinata ha il pregio di fondere ingredienti di provenienza internazionale, per creare un sapore unico e adatto a marinare ogni tipo di pesce crudo, dalle alici al salmone, dal branzino alle aringhe.

Per un gusto ancora più fusion, qui abbiamo abbinato del salmone fresco norvegese, con dei bocconcini di mozzarella di bufala.

Marinata: un bicchierino di condimento per sushi o aceto di riso, un bicchierino di olio extravergine d’oliva, il succo e la scorza di un limone naturale, una spruzzata di salsa di soia, un cipollotto rosso, due spicchi d’aglio interi, 3 cm di zenzero pelato, aromi a piacere e di stagione (menta o basilico o prezzemolo o finocchietto), sale Maldon affumicato e pepe di Szechuan pestati al mortaio, un peperoncino affettato.

Emulsionare il tutto e condire il pesce non più di un’ora prima del servizio.

Salmone marinato con mozzarella di bufala-rid

 

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