Diamante nero. Alla periferia della vita

Vita di Marieme, 16 anni, nera, nella banlieue di Parigi.

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Diamante nero
di Céline Sciamma
con Karidja Touré, Assa Sylla, Lindsay Karamoh, Mariétou Touré, Idrissa Diabate
Voto 7 –


Vita di Marieme, che dorme alla Defense di Parigi nelle case popolari, che aiuta la madre a fare le pulizie degli uffici, ma non le piace, che va male a scuola, che accudisce le sorelline e che le prende dal fratello manesco che vuola la console tutta per sè per videogiocare a calcio. È un film a episodi, anzi a fasce orizzontali, legate da schermi neri. In una fascia vediamo Marieme discutere con l’insegnante e rifiutare l’ipotesi degli esami di riparazione. Meglio la bocciatura. In un’altra vediamo Marieme avvicinata da una banda di ragazzacce (la capa, la gregaria, la forzuta) con cui fa comunella per rubare abiti ai grandi magazzini e spassarsela a cocacola fumo e pizza in camere d’albergo. Nell’ennesima fascia vediamo Marieme pestare la ragazza di una banda avversaria, via così. Ogni tanto una danza o una canzone, la canzone simbolo di questa vita da Barbie nere della banlieue, cantata in karaoke di gruppo, Diamonds di Rihanna (“luccica come un diamante”), dà il titolo italiano al film (che in originale suona Bande de Filles). Poi Marieme prende l’iniziativa sessuale, col tenero primo amore e le resta il marchio tipico di queste tribù paternalistiche (puttana) e infine diventa la strana messaggera di uno spacciatore, anzi, un “cavallo”, visto che la droga la porta travestita da puttana psichedelica e il resto della vita la vive vestita da maschio  col seno fasciato come una penitente. Si alternano momenti di grande sensibilità a fasce (appunto) di noia sociologica su cose tutto sommato molto tristi e risapute, affrontate se vogliamo con un taglio diverso dallo standard: nessuno scandalo, solo l’apparente riproposizione della fatica di cercare e trovare la propria strada nel mondo. Quella della casalinga madre di famiglia a Marieme non va e il film si chiude aperto a tutto. Curiosi di quel che avverrà? Noi poco.

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