David Bowie: l’eroe venuto dallo spazio

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“Ten, Nine, Eight, Seven, Six…  Five, Four, Three … Two, One, Liftoff … This is Ground Control to Major Tom… You’ve really made the grade…”

La piccola navicella stava vagando nello spazio con il suo prezioso carico. Il trasferimento “culturale” era riuscito.

Da una stazione spaziale segreta avevano lanciato la piccola capsula, contenente il corpo perfetto di un giovane uomo: David Jones, affetto da problemi mentali.

L’obiettivo era quello che lui ospitasse, nel senso letterale e scientifico del termine, il cervello molto sviluppato di Bowie, uno dei pochi superstiti del pianeta conosciuto con il nome di Ziggy. Mondo intelligente di un’altra galassia.

bowie psychedelico

“Mayday, mayday… Houston, abbiamo un problema…”

“Ground Control to Major Tom..  Your circuit’s dead, there’s something wrong
Can you hear me, Major Tom?
Can you hear me, Major Tom?
Can you hear me, Major Tom?
Can you “Here am I floating round my tin can
Far above the Moon
Planet Earth is blue
And there’s nothing I can do.”

Mary usciva in quel momento dal cinema; non era lì per svago, faceva la cassiera e questo la costringeva a rincasare piuttosto tardi. Stansfield Road non era molto distante e Bromley è una cittadina minuscola nella regione del Kent, in Inghilterra. Era troppo tardi per trovare un mezzo e quindi, come al solito, si avviò a piedi. Mentre camminava, vide una sottile scia luminosa nel cielo notturno. Giunta a casa, si accorse di uno strano oggetto tra gli alberi del giardino. Una macchina a forma di uovo. Il marito di Mary, Haywood, era già sul posto a curiosare, un po’ agitato. Mary era più spaventata e avrebbe voluto chiamare qualcuno… ma proprio in quel momento, la capsula si aprì.

David Bowie
David Bowie

Immediatamente, l’individuo presente all’interno, uscì. Era alto, ma la sua magrezza lo faceva apparire ancora più alto e slanciato. Era pallido. Dalla sua carnagione bianchissima, gli occhi cristallini risaltavano esageratamente: uno azzurro e l’altro verde. I folti capelli biondi, con dei riflessi rosso fiammanti, coprivano in parte la fronte. Un’ elegante tuta bianca, ed un aspetto decisamente aristocratico e nobile, gli conferivano l’aria di un Duca.

– “La mia missione è salvarvi” – disse con un perfetto accento del Kent – “il mio pianeta, Ziggy, probabilmente è già scomparso. I Venusiani hanno avuto la possibilità di distruggerci. Ma, purtroppo, nel mio mondo, ero l’unico capace di contrastarli, con la sola arma in grado di respingerli: la musica.”-

Mary e Haywood non avevano ancora avuto il tempo di riprendersi dalla sorpresa. Tutti e due erano a bocca aperta di fronte allo strano individuo che era uscito dalla capsula. Venusiani, musica, Ziggy, distrutti… di che cosa stava parlando e soprattutto chi era questo essere pallido, etereo, arrivato dal cielo?

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Come se avesse letto nelle loro menti, l’uomo rispose – “Il mio nome è Bowie, provengo da un’altra galassia. Il mio pianeta si chiama Ziggy. Un esperimento segreto con alcuni vostri scienziati, è riuscito ad innestare il mio cervello in un corpo umano. Ora sono qui per salvarvi. Il prossimo pianeta che sarà attaccato dai Venusiani è la Terra, il vostro Mondo.”-

“… Though nothing, nothing will keep us together… We can beat them, for ever and ever … Oh we can be Heroes, just for one day”

– “Entra in casa. Riposati. Poi ci racconterai ogni cosa e, visto che sei il nostro eroe, ci dirai cosa possiamo fare” – Era stato Haywood ad interrompere lo sbalordimento, in cui lui e sua moglie erano ovviamente caduti. Al contrario di Mary, donna molto pratica e razionale, Haywood era un sognatore. Leggeva un sacco di libri ed amava i film di fantascienza. Insomma, era quasi preparato ad un evento di questo genere.

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-“Non so se abbiamo molto tempo, uno degli scienziati, il maggiore Tom, si è perso nello spazio mentre doveva recuperarmi. Era l’unico che conoscevo. Ora dobbiamo fare in fretta” – disse Bowie – “L’arrivo dei Venusiani è imminente”.

– “Cosa possiamo fare noi. Mary ed io forse non siamo in grado di aiutarti…” – rispose Haywood con aria triste.

– “Dobbiamo raccogliere musicisti in ogni parte del Mondo. Creare uno scudo contro la loro invasione e l’unica arma in grado di respingerli è la musica, tanta musica ovunque e…”  Bowie venne interrotto

-“Noi conosciamo un tale Owen Frampton, il figlio è musicista, si chiama Peter e a sua volta ne conosce tanti altri. Non abita molto distante da qui” – intanto, Mary, Haywood e Bowie entrarono in casa.

Bowie 2

Mary, fece la prima domanda da quando si era trovata di fronte l’essere venuto dal cielo: -“Hai degli occhi stranissimi, uno verde ed uno azzurro… sono affascinanti e hum… anche un po’ inquietanti” – Bowie, pacatamente e con quella splendida voce profonda, rispose: -“Sono solo dei riflessi, l’occhio azzurro è in sintonia con il cielo, quello verde, con la terra. Il primo vede il mio spirito, il secondo la realtà. Entrambi i segnali arrivano al cervello e questo mi da le risposte adeguate”.-

Haywood era già al telefono con Owen Frampton. Cercava, in qualche maniera e senza allarmismi, di fargli capire che dovevano entrare in contatto con Peter ed altri musicisti. La mattina successiva, nella loro casa, c’era già una riunione affollata: Peter Frampton (Humble Pie), Marc Bolan (T.Rex), Dave Cousins (Strawbs), Mark Ronson, Brian Eno, Tony Visconti, Rick Wakeman e naturalmente Bowie. Il nostro eroe mise al corrente i presenti dei pericoli che correva il nostro pianeta e quale era la soluzione. Tutti si diedero immediatamente da fare. Il giorno dell’invasione Venusiana, era sempre più prossimo. All’unanimità, ritennero necessario organizzare, urgentemente, degli eventi musicali in vari luoghi, strategicamente utili alla difesa della Terra.

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Il risultato del lavoro di tutti fu che, in un breve periodo, riuscirono a coinvolgere una moltitudine di musicisti in tutto il mondo i quali, a loro volta, organizzarono dei raduni musicali: negli Stati Uniti a Bethel, vicino a Woodstock, un paese nello stato di New York. Poi, in California, sia a Monterey che a Big Sur.  Sarebbero stati presenti i Jefferson Airplane, Grateful Dead, Jimi Hendrix (Bowie, quando lo vide, pensò che fosse un alieno come lui), Otis Redding, Crosby, Stills, Nash & Young, Joan Baez ed altri. Nel Central Park di New York, Simon & Garfunkel. All’isola di Wight, in Inghilterra, Leonard Cohen, Joni Mitchell, Doors, Miles Davis ed altri. In Hyde Park a Londra, i Rolling Stones. A Parigi, Lou Reed e Iggy Pop. In Italia, avevano organizzato una scena musicale molto particolare, “La notte della taranta”, efficacissimo mix etnico, ipnotico e ritmico. A Berlino, Roger Waters, con molti altri musicisti, richiamò una folla oceanica. E così in tutti i continenti, ovunque, erano pronti a sollevare una barriera di musica.

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Il giorno X, tutti si misero a suonare per ore e ore, in alcuni luoghi la lotta durò giorni. Vicino a Bromley, lo stesso Bowie organizzò, sotto il nome di “Free Festival”, un raduno musicale con gli stessi Marc Bolan, Peter Frampton, Strawbs, Rick Wakeman e, ovviamente lui, Bowie. Nessuno aveva avuto modo di constatare la sua bravura come musicista, fino a quel momento. Accompagnato da Mark Ronson e Tony Visconti, Bowie sorprese tutti, le sue note volarono altissime, quasi alla ricerca del suo mondo scomparso,  e vide sconfitte le navi Venusiane sui cieli d’Inghilterra, come in tutto il resto del pianeta. La musica aveva vinto. Uno spettacolo di musica universale aveva vinto. Pochi erano a conoscenza del motivo di tutto ciò, ma a tutti era parso come una magnifica celebrazione. Bowie, restò a lungo sulla nostra Terra e divenne un eroe della musica sino a poco tempo fa. Poi decise di tornare sul suo pianeta, Ziggy. Lo scontro più estenuante lo aveva condotto vittoriosamente lui e, ad ognuno, rimase la “memoria del Free Festival”: – “Sound machine is coming down and we’re gonna have a party…”

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We scanned the skies with rainbow eyes and saw machines of every shape and size
We talked with tall Venusians passing through
And Peter tried to climb aboard but the Captain shook his head
And away they soared
Climbing through the ivory vibrant cloud
Someone passed some bliss among the crowd
And We walked back to the road, unchainedThe Sun Machine is Coming Down, and We’re Gonna Have a Party, ha ha ha
The Sun Machine is Coming Down, and We’re Gonna Have a Party, yeah yeah
The Sun Machine is coming down, woh ho ho
Sun Machine is coming down, oh oh oh ah
Sun Machine is coming down, oh

 

Ex Direttore Generale della Sony Music, ha trascorso 35 anni nel mondo del marketing e della promozione discografica, sempre accompagnato da una grande passione per la musica. Lavorava alla EMI quando, in un periodo di grande creatività musicale, John Lennon, Paul McCartney e George Harrison hanno iniziato produzioni proprie di alto livello e i Pink Floyd hanno fatto i loro album più importanti. Sino a quando, con i Duran Duran da una parte ed il punk dall’altra, è arrivato il decennio più controverso della musica.In CBS (più tardi Sony), ha contribuito alla ricerca e al lancio di un numero considerevole di artisti, alcuni “mordi e fuggi” come Spandau Ballet o Europe, altri storici come Bob Dylan, Bruce Springsteen, Cindy Lauper, Franco Battiato, George Michael, Claudio Baglioni, Jovanotti, Pearl Jam, Francesco De Gregori, Fiorella Mannoia e tanti altri…Si fatica davvero a individuare un artista con il quale non abbia mai lavorato, nel corso della sua lunga vita tra pop e rock.

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