Babadook. E adesso paura…

Una mamma sola, un bambino impossibile e una presenza che chiede di entrare...

0

Babadook
di Jennifer Kent
con Essie Davis, Noah Wiseman, Daniel Henshall, Hayley McElhinney, Barbara West
Voto 8


Un bambino iperattivo inquietante, impossibile da gestire, maldestro o violento nelle reazioni quando è in situazioni di crisi. Cioè sempre: deve sempre difendersi da qualcosa di oscuro. Una madre ormai discriminata socialmente  a causa del bambino. La madre è sola perché il marito è morto in un incidente stradale il giorno in cui la portava a partorire il bambino. Il bambino costruisce armi per difendersi da una presenza minacciosa. babadook4La madre la sera gli legge un libro animato molto ben disegnato ma davvero strano: racconta di  una madre sola e di un bambino alle prese con l’immagine del Babadook (l’uomo nero che finisce con l’abitarti e prenderti dall’interno…) e, ogni volta viene letto, il libro aggiunge storia e la storia viaggia verso la morte del bambino ad opera della mamma…
Se non siete ancora abbastanza spaventati, sappiate che il libro non si può distruggere e Babadook entra nella vita (e nella casa) del bambino e della madre. O forse l’hanno lasciato entrare…
Non possiamo dirvi di più, anche perché una volta tanto siamo alle prese con un film che fa paura davvero invece di andare per luoghi comuni con effetti speciali: per quello che dice, per come lo dice, per come costruisce la sensazione di paura e per come ti porta a un finale davvero sorprendente. 23BABADOOK2-videoSixteenByNine1050-640x360
Verranno scomodati l’assenza della figura paterna, il potere evocativo delle fiabe, le madri assassine, la trasformazione della figura paterna, il complesso di Edipo, la mitologia, la psicoanalisi, la storia del cinema, Dracula, il rituale d’ingresso “lasciami entrare”, la malattia mentale, i recessi della memoria, le case che divorano e tutto quello che vi può venire in mente.

Babadook Veidt e Chaney
Conrad Veidt in L’uomo che ride e Lon Chaney in Il fantasma del castello

Babadook sembra un ritornello infantile: alla regista e sceneggiatrice australiana Jennifer Kent venne in mente a Parigi quando chiese a un amico scrittore, serbo, quale fosse il loro uomo nero e lui rispose “Babaroga”: lei si inventò Babadook, ovvero il terrore onomatopeico, cioè un nome matto che incutesse paura a sentirsi, poi fece un corto chiamato Monster e seguì i richiami di Méliés, Segundo de Chomon e Polanski, con qualcosa di Tim Burton e David Lynch. I disegni  del libro, di Alex Juhasz, sono ispirati al Conrad Veidt di L’uomo che ride e al Lon Chaney di Il fantasma del castello e quando prendono vita non sono computerizzati…

 

Alcuni contenuti o funzionalità non sono disponibili senza il tuo consenso all’utilizzo dei cookie!

 

Per poter visualizzare questo contenuto fornito da Google Youtube abilita i cookie: Clicca qui per aprire le tue preferenze sui cookie.

 

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome