Viaggio nel Backstage di Stefano Bittelli

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Vi vogliamo parlare oggi di Backstage, secondo romanzo del musicista bolognese Stefano Bittelli. I più attenti di voi assoceranno il suo nome a quello di Vasco Rossi, a fianco del quale ha lavorato per alcuni decenni, firmandone diversi successi.
Da qualche anno, però, Bittelli ha deciso di affiancare la sua attività di musicista a quella di scrittore, ed eccolo quindi alle prese con la sua seconda fatica letteraria. Un romanzo dal nome quantomeno curioso, provenendo da un uomo che vive nella musica da oltre trent’anni e che ne conosce i segreti più reconditi: Backstage.
11037281_955817651115467_2338520862702505680_nE il backstage di Stefano è proprio quello di una cantante: Marina Radovic, immaginaria rock star italiana dal successo planetario. Nel backstage di un artista bazzicano tutta una serie di personaggi, invisibili ai più, ma imprescindibili ai fini della riuscita di ogni spettacolo; ed è tra questi che si nasconde uno dei protagonisti della storia: Emilio Rinaldi, tecnico del suono (come, tra l’altro, lo stesso Bittelli) della Radovic. Ma le analogie con l’autore non finiscono qui, per una storia che ha come ambientazione principale la Bologna degli anni Ottanta e la Bologna contemporanea, in un richiamo continuo da quel gusto amaro e disilluso di cui solo i ricordi riescono a essere latori. La stessa Bologna vissuta da Stefano, quindi.
La storia, dicevamo, è quella di un fonico, Emilio Rinaldi, che improvvisamente decide di lasciare il suo lavoro e la sua vita in seguito al più classico degli scontri con il manager dell’artista per cui lavora. A questo, va da sé, segue il viaggio alla ricerca di se stesso. Dove? In Messico, of course. Paese tanto affascinante quanto temuto, abitato da narcotrafficanti pericolosi e spregiudicati. Nel frattempo, a Bologna, la vita della rock star Marina Radovic prosegue, intrecciandosi in maniera imprevedibile con quella del povero Rinaldi, inconsapevole vittima di un disegno dai contorni grotteschi le cui tracce sono state segnate a migliaia di chilometri da lui.
La storia è avvincente, spesso divertente, e appassionante. Come si diceva, il punto di forza è la competenza di Bittelli, un uomo che nel Backstage vive da trent’anni. Dice Stefano, le vicende narrate nascono dalla fervida fantasia dell’autore, ma l’impressione è che, per quanto Bittelli abbia viaggiato con l’immaginazione e da questa siano nati personaggi come Marina Radovic, il marito-manager Frank Sarzana e il fonico Emilio Rinaldi, quanto da lui dipinto sia un mondo estremamente aderente alla realtà. Come se Stefano avesse disegnato The dark side of the showbiz, un mondo spesso sideralmente distante dai luccichii immortalati sulle riviste patinate.
Ma Bittelli non si arresta alle sue competenze di musicista e nel romanzo si diverte, destreggiandosi con maestria tra storia e geografia. I riferimenti storici sono ai tempi delle grandi promesse non mantenute, agli anni Ottanta, ai suoi ragazzi e ai loro sogni. Agli hippy, poi diventati adulti, accortisi della discrasia tra sogni e realtà e resisi conto che ogni età ha le sue esigenze e solo i vent’anni vanno bene per la rivoluzione. Una Bologna (e un’Italia) che dal suo ideale manicheo, dalla dicotomia destra – sinistra a cui i soli anarchici erano estranei, disattende ogni sua promessa. Una città, Bologna, a detta dello stesso autore, tanto rivoluzionaria quanto intrinsecamente conservatrice.
Ma gli orizzonti si ampliano, oltrepassano gli oceani, fino ad approdare sulle coste del Messico e a spingersi nel suo entroterra. Ed ecco ulteriore prova della perizia dell’autore nel dipingere paesaggi, raccontare un vissuto che emerge con fascino e prepotenza. Così, come il resto del libro: crudo, nel raccontare quei lati oscuri che tutti noi vorremmo rimanessero tali. Ma allo stesso tempo romantico, in cui il più classico dei miti Sesso, droga & rock ‘n’ roll ci ricorda che, alla fine, tutto questo è musica: l’importante è viverlo con poesia.

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