Vasco incontra i suoi fan a Venezia

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E’ stata sicuramente la giornata più frenetica dell’intera Mostra. Il viale del Palazzo del cinema, per una sera, si è trasformato in uno stadio, gremito di ragazzi urlanti, con le magliette, le bandane e gli striscioni inneggianti Vasco Rossi, la rockstar italiana più amata di sempre (clicca qui per vedere il video realizzato con i fan).
Come sapete, infatti, ieri è stato presentato Il decalogo di Vasco, film-documentario sul Blasco, diretto da Fabio Masi (clicca qui per leggere la recensione). La proiezione del film è stata anticipata da un incontro aperto al pubblico con l’attore-cantante (inconsapevole) protagonista, il regista e Vincenzo Mollica, moderatore del dibattito. Inutile dire che anche in quel caso c’è stato un vero e proprio bagno di folla e, più che nella Sala Darsena del Palazzo del cinema, sembrava di trovarsi sugli spalti di San Siro in attesa del #LiveKom.
Il confronto è stato estremamente piacevole, come se si trattasse di un dialogo tra il Blasco e il suo pubblico, quasi in estasi. La genesi del film è stata raccontata da un Fabio Masi visibilmente emozionato e memore dei suoi primi passi nel mondo della musica quando, da ragazzo, aveva lavorato nel service del tour di Nessun pericolo per te. Mica male come carriera, eh?
Le riprese del film sono state piuttosto lunghe: Vasco racconta che, qualsiasi cosa facesse, si trovava vicino Masi: che stesse per salire sul palco per cantare, o anche semplicemente mentre faceva jogging sulla spiaggia. «Sei sicuro di quello che fai?», gli chiedeva. Per poi lasciarsi andare, vista la fiducia che nutriva nei suoi confronti. In realtà i momenti difficili non sono mancati e a raccontarlo è lo stesso Masi. Come affrontarli? Ascoltando un disco di Vasco in macchina, ovviamente!
Ed ecco, quindi, i dieci comandamenti di Vasco: dieci sogni ad occhi aperti, fatti dal Blasco cartonato, seduto sui sedili posteriori dell’auto guidata da Masi dal Medimex di Bari… a un concerto del Komandante in carne ed ossa. Con ovvia ilarità dei passanti che si trovavano di fronte a questa scena a dir poco bizzarra.
Dicevamo, dieci sogni ad occhi aperti, anche se sarebbe più corretto parlare di nove sogni più un incubo: la sagoma di Vasco succube del suo essere rockstar, tanto da far venire in mente al Vasco vero l’idea di posizionare il suo alter ego di carta fuori dalla sua casa di Zocca, pronto per le foto con i fan. Certo, per gli autografi la situazione sarebbe già più complessa… ma ci si accontenta!
Il dialogo continua, tra vecchi ricordi, come quel Sanremo dell’82 in cui la rockstar Vasco emerse in tutta la sua prepotenza, con il celebre microfono caduto dalla tasca alla fine dell’esibizione di Vado al massimo. Fu quello il gesto che fece pensare al Blasco: «E’ nata una rockstar». Fino agli anni più recenti e Vasco che, su richiesta di Vincenzo Mollica, si lancia a cantare una strofa de Il blues della chitarra sola, accompagnato dalle centinaia di voci dei suoi fan.
L’incontro finisce. In sala c’è chi urla, chi canta, chi applaude. Vasco però, blindatissimo, è irraggiungibile e velocemente esce dalla sala. Intanto l’invasione pacifica del popolo del Blasco è avvenuta: è una serata da ricordare!

 

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