Venezia 2015. Nani, mostri, incubi e boschi

0

Due nani messicani che fanno wrestling, due prostitute disastrate, una con madre mendicante, l’altra con marito che va per ragazzini. Le prostitute affamate di denaro usano mettere gocce di collirio nei drink per addormentare i clienti e derubarli un po’ (qui tutto è miserevole…). Purtroppo il collirio è scadente (quello solito costava troppo) e la dose normale per i nani è letale. Non sai davvero se ridere o piangere di quel che accade nell’universo in bianco e nero di questa via dell’amarezza (Calle de la Amargura) nello stile festa dei morti perenne di Arturo Ripstein.
Dal basso al profondo, nell’inferno di Behemoth, ovvero una discesa nelle estrazioni di carbone che stanno spaccando l’ecosistema della Mongolia e distruggendo la salute dei lavoratori. Il Behemoth di Liang Zhao è (come dice il nome biblico) un mostro doloroso, necessario, estetico ma forse appesantito da fardelli danteschi (si cita proprio la Divina Commedia, e qualcuno tra trapani e fonderie si aggira con uno specchio sulla schiena come Stendhal diceva del romanzo (uno specchio portato in giro) e l’insieme suscita commozione e sgomento.
Strano folle esperimento invece la Napoli Per amor vostro di Giuseppe Gaudino, in cui si muove una bravissima Valeria Golino, madre indaffarata, moglie infelice di un guappo, lavoratrice apprezzata che scrive cartelli per attori di soap con poca memoria. La sua vita è in bianco e nero, i suoi incubi (il mare, il dolore, le nubi, la memoria di riti e prigioni) una tammuriata psichedelica a colori, e il suo destino sta nello stretto delirio tra un’evasione sentimentale e una trappola a lungo congegnata dal marito crudele. Il film è visivamente forte e non disdegna la sperimentazione più ardita accanto a un’interpretazione del neorealismo tv da Un posto al sole. Il troppo stroppia ma onore al coraggio.
Infine un salto nella wilderness nel cinema mainstream di Go With Me di Daniel Alfredson. storia di un cattivissimo che sta nei boschi e vessa gli innocenti fino a che l’ennesima prepotenza fa uscire dal suo silenzio doloroso il boscaiolo Anthony Hopkins e lì tra i pini di Twin Peaks t’aspetti Hannibal The Cannibal contro Keyser Soze, e invece se ne danno tante accompagnati da trombe e tamburi (non è una frase fatta). Film ruvido, comprensivo di rapporti sessuali coi tronchi  (solo raccontati)

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome