Là Nua, il crossover che non ti aspetti

Frizzanti, briosi, più irish folk degli originali, propongono un crossover intrigante e divertente tra il gypsy jazz "manouche" e la musica tradizionale irlandese. Una rivelazione, peccato non siano notissimi in Italia...

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LA’ NUA

JUST FOR TASTE

(Rox Records)

Voto: 8

Una cosa che mi diverte molto del recensire dischi, è che mi sono accorto dell’esistenza di tutto un altro universo, misterioso e parallelo a quello italiano (ma anche internazionale…) così dannatamente scadente, di band e artisti italiani che all’estero sono, non dico famosi ma comunque conosciuti e apprezzati, mentre da noi restano nel limbo circoscritto di pochi, solitari conoscitori. Un esempio sono i Là Nua, una band campana di tre ragazzi (Gabriele Ivo Moscaritolo fisarmonica e flauti; Francesco Brusco,chitarra acustica e bouzouki e Giuseppe De Gregorio, cajon, djembé, percussioni e chitarra acustica) che nel giro di due soli album si è fatta un nome in Irlanda e dintorni unendo una forte conoscenza e una grande padronanza tecnica della musica tradizionale irlandese -e pure bretone e bulgara- , a influenze di jazz manouche. E’, questo, uno stile di jazz melodico e cadenzato in cui trovano grande spazio gli strumenti a corda, tipico delle band tzigane, nato da musicisti swing appartenenti alla popolazione Sinti, nota in Francia come “Manouches”. Per fare un nome passabilmente noto, il chitarrista Django Reinhardt.

front

 

Con grandi capacità di sintesi musicale, in “Just for Taste” i tre mescolano gighe, reels, polke e gighe bulgare (è vero!)  all’influenza manouche rivisitando brani tradizionali già interpretati da nomi sacri dell’irish folk e dunque suscettibili di paragoni rischiosi. Omaggiano prima l’arpista cieco irlandese del XVII secolo Turlough O’Carolan rielaborando il suo “Planxty Irwin”, poi la Bothy Band di Paddy Keenan e Matt Molloy con le gighe di “The Hag at the Churn” e i reels di “Farewell to Erin” (e con i secondi, anche Dubliners e qualche decina d’altre irish folk bands…) debitamente trattati a loro modo, ed offrono belle versioni davvero di altri brani traditional classici e moderni, non mancando di fornire quattro brani propri (mescolati, come tipico uso irish folk, con brani tradizionali) decisamente più che godibili e perfettamente in linea con la filosofia musicale del gruppo. Il tutto, senza nemmeno ostentare l’ombra di un violino o di una cornamusa che una, nei dintorni. Come dire: tanta, tanta roba per me che da una ventina d’anni costringo le mie orecchie all’ascolto di band come De Danann, Planxty, Bothy Band, Chieftains, Dubliners. Bravi, proprio bravi. Per chi ama l’irish folk ma non solo. Davvero tanta roba.

Là Nua:

www.facebook.com/la.nua.irishroots

Rox Records:

www.roxrecords.it

Là Nua2

 

 

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