Tutto inizia sempre (Materiali sonori)
di Marco Rovelli
Voto 6 e mezzo
Un album ricco di spunti che faranno riflettere. È lo stile di Marco Rovelli, che non rinuncia però a inserire preziosi spazi musicali con la chitarra di Paolo Capodacqua, il violoncello di Lara Vecoli e tanto altro ad opera del polistrumentista Rocco Marchi, che ha pure curato gli arrangiamenti.
L’incedere è epico fin dalla prima traccia Il tempo che resta, dominato dal violoncello, mentre la successiva Danse macabre ha un andamento decisamente ritmico, caratterizzato da un ritornello trascinante, reso ancor più piacevole dal rinforzo vocale di Micaela Piccinini.
Nelle canzoni si parla di libertà (Noi, Chisciotte) come anche di utopia che deve andare a braccetto con l’amore e la vita (L’amore al tempo della rivolta). Altrove la canzone di Rovelli ha strette parentele con il procedere in rime caro al primo De André (Il ritorno). Più rock, con chitarre elettriche, Il dio che ride e Servi, poi seguono le ballate Una vita normale e Anarcangeli, sui partigiani, a completare un album che potrebbe appartenere, apparentemente, a uno genere ormai in disuso. Di certo Rovelli non scrive canzoni per una platea televisiva, ma i suoi concerti sono seguiti da un pubblico affezionato.
La scorsa estate è stato in vacanza in Kurdistan, e arrivando in Turchia, a Diyarbakir, ha imparato a non farsi scappare qualche parola in curdo per non passare guai. Recentemente, in qualche occasione live, Rovelli si è fatto accompagnare sul palco dal musicista curdo Serhat Akbal al sax e dalla violoncellista Lara Vecoli.
Indietro nel tempo, ricordiamo Rovelli come cantante e autore nel gruppo Les Anarchistes, protagonista poi dell’album LibertAria con il quale si è aggiudicato un Premio al Mei 2009, ma è anche autore di numerosi libri tra cui La meravigliosa vita di Jovica Jovic, firmato a quattro mani con Moni Ovadia, e l’ultimo Eravamo come voi, uscito quest’anno per i tipi di Laterza.