Arcade Fire: The Reflektor tapes. Un caleidoscopio di colori e suoni

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Arcade Fire: The Reflektor Tapes
di Kahlil Joseph
Voto: 7

L’anteprima mondiale era stata il 12 settembre al Toronto film festival. Ora, Arcade Fire: The Reflektor Tapes, il film che narra la creazione dell’ultimo album della band canadese, arriva anche in Italia: il 14 e il 15 ottobre (clicca qui per l’elenco dei cinema che trasmettono l’evento).
Diretta dal regista statunitense Kahlil Joseph e co-prodotta da Pulse Films e What Matters Most, etichettare la pellicola come documentario sulla nascita del disco è quantomeno riduttivo. Infatti, più che di un film, quanto proiettato sullo arcade-fire-the-reflektor-tapesschermo potrebbe essere la rappresentazione di un quadro impressionista: pennellate fluide e sfuggenti, colori caldi che si vanno a mischiare l’uno con l’altro in un caleidoscopio di immagini e musica.
In The Reflektor Tapes non troverete video delle canoniche sedute nello studio di registrazione, se non un breve estratto girato a Montreal, ma dai contorni al limite del surreale. Il vortice di colori prosegue ad Haiti e nell’albergo in cui gli Arcade Fire improvvisarono un concerto nella prima notte di Carnevale. Kahlil Joseph accompagna la band con la telecamera in ogni suo passo, facendo trasparire gli aspetti bipolari che sono propri di chi ha raggiunto un successo planetario, passando dai momenti di maggior intimità e divertimento, come le prime fasi di scrittura del nuovo disco in Giamaica, fino al suo opposto più esplicito: il concerto in arene gremite a Los Angeles e Londra.
A concludere il documentario, un’interessante intervista a Win Butler e Richard Reed Parry, rispettivamente cantante e chitarrista degli Arcade Fire, che raccontano nascita ed evoluzione dello stesso film.

 

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