Suburra. Roma e morte

Sesso, droga, politica, religione, affari. Capitale criminale

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Suburra
di Stefano Sollima
con Pierfrancesco Favino, Elio Germano, Claudio Amendola, Alessandro Borghi, Greta Scarano.
Voto 6/7

Suburra, dove si dice che Nerone andasse di nascosto per sentire l’aria che tirava. Oggi politico porco che fa le orge col crack, fa passare leggi per le famiglie mafiose e dialoga gli ex fasci malavitosi, incappa in un incidente di percorso: minorenne morta durante festino clandestino. Questo mette in moto una catena di problemi: ricatto, tirapiedi assassino di mano troppo pesante che fa scattare vendetta di delinquenti zingari che vogliono una fetta dell’affare, supermalavitoso ex banda della Magliana che deve accorrere, faccendiere modaiolo tirato dentro che si rivela traditore, velenoso e assassino, drogata che diventa scheggia impazzita. Nel frattempo c’è un Papa che si dimette, qualcuno che avverte il Vaticano che l’affare si complica e un Presidente del consiglio che cade. Diciamolo subito: il Sollima jr di Gomorra, la serie, ha una marcia in più nella rappresentazione del male in azione, la sceneggiatura è un modulo Rulli/Petraglia, la storia di partenza è dello stesso autore di Romanzo Criminale, Giancarlo De Cataldo, con Carlo Bonini. Tuttavia Suburra continua a ripeterci che è un conto alla rovescia prima dell’Apocalisse e non si capisce che apocalisse sia perché si sgonfia: muoiono tutti i cattivi e i cattivi politici perdono il tram, anzi l’auto blu. La suburra torna suburra. Vuol dire che c’è un Male peggiore che incombe ? Ma per quanto questo cinema sia di eccellente artigianato nell’azione, dov’è la differenza con un telegiornale, a parte che qui ci diamo di gomito quando riconosciamo i soliti noti?

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