” … You may say I’m a dreamer, but I’m not the only one. I hope someday you’ll join us, and the world will be as one … ”
Così questo è Natale? E cosa fai? Un altro anno sta per finire ed uno nuovo sta per iniziare … Spero che ti diverta. Speriamo che sia buono, senza paure … …
Mi avevi chiamato non appena avevi ricevuto la notizia che sarei stato a New York i primi giorni di dicembre. Io ti ho risposto che mi sarei fermato per brevissimo tempo e temevo che non saremmo riusciti ad incontrarci. Tu volevi che venissi da te, anche Yoko ci teneva e per l’occasione avrebbe fatto un ramen strepitoso, come solo lei sa fare. Adoro il ramen e lei lo sapeva. Hai insistito e io ti ho detto che avrei fatto del mio meglio per esserci.
“La vita è qualcosa che succede mentre sei impegnato a fare altre progetti”
Oh, quante cose avrei imparato, quante ne avrei conosciute ascoltandoti. Quante storie, quanti aneddoti sulla tua intensa vita. Avremmo parlato di musica, di cultura, di lettura. Forse avremmo passeggiato insieme in un Central Park gelido e silenzioso. Saremmo andati a prenderci un cartoccio di caldarroste arrivando sino al Museo di Storia Naturale, poco più avanti della Dakota House.
Come è bella New York a Natale. Incorniciata da milioni di piccole luci bianche. Luminosi rami di pino all’ingresso di ogni abitazione. Gli addobbi dei negozi. Perdersi nei mercatini della grande Central Station o di Union Square o tra le gallerie d’arte di Chelsea. Girare tra i giocattoli al Fao Schwarz. Essere contagiati dall’allegria nelle strade ed arrivare sotto il gigantesco e decoratissimo albero del Rockefeller Center, mentre adulti e bambini volteggiano leggeri con i pattini sulla pista ghiacciata. Perdersi tra le viuzze del Village alla ricerca di importanti ricordi. Com’è leggera e frizzante l’aria, com’è leggera e frizzante la gente. Com’eri leggero e frizzante anche tu.
Una volta mi raccontasti di aver attraversato tutta la Fifth Avenue, sino all’incrocio con la Broadway, travestito da Babbo Natale con tanto di campanelle, per ditribuire caramelle a tutti i bambini che ti si avvicinavano. Sottovoce canticchiavi -“… A very Merry Xmas, and a happy New Year, let’s hope it’s a good one, without any fear …” – Nessuno ti riconobbe e nessuno ti importunò.
Cercai di sbrigare tutti i miei impegni in fretta. Volevo vederti. Desideravo stare con te e con la tua folle spensieratezza alternata a lunghi e profondi silenzi. In quei momenti, sembravi meditare parole il cui valore doveva superarti nel tempo. Era bello osservarti mentre guardavi l’infinito, ovunque di fronte a te. Com’eri lontano con la mente e com’eri vicino con il cuore. Ogni tanto mi viene da pensare a quante cose non avremmo vissuto senza di te, senza la tua sensibilità musicale, quante dolci e forti parole non sentite. Eri un combattente combattuto da mille incertezze. Come tutti le persone intelligenti, ti ponevi mille domande. Tutte le risposte ti arrivavano chiare quando ti sedevi al pianoforte o quando imbracciavi la chitarra.
Com’era bella la tua casa. Nel suo enorme spazio, conteneva una serena armonia, un gusto leggero. Ammirare il susseguirsi delle stagioni osservando lo spettacolo del Central Park dall’ampia finestra. Pur non amando avere troppa gente intorno, eri un ottimo padrone di casa, offrivi il vino e mettevi tutti a proprio agio, ti piaceva affronatare qualsiasi argomento con i tuoi ospiti. Spesso ti mettevi al piano e imitavi Fats Domino oppure, con la chitarra, scimmiottavi Chuck Berry.
«… questo è solo l’inizio. Gli anni sessanta non sono stati che un assaggio. Gli anni sessanta sono stati come la colazione al mattino, ma sono trascorsi da molto e non siamo ancora arrivati all’ora di cena, e io sono impaziente per l’attesa. Davvero, non sto più nella pelle. Sono felice di esserci, e sarà una cosa eccezionale… »
Come sarebbe stato più povero il mondo senza di te, senza le tue dolci ballate o le tue idee manifestate. Non riesco ad immaginarlo. Quanta poesia mi rincorre ancora con triste nostalgia. Slogan che hanno stimolato pensieri e riflessioni in ciacuno di noi. Quante cose eccezionali avevi ancora voglia di fare e quante ne avresti ancora fatte. Ti richiamai per dirti che non sarei ripartito senza vedervi e che sarei sicuramente passato ad abbracciarvi e per stare un po’ insieme, … dopo cena …
Mi dicesti che saresti uscito per andare allo studio, ma poi saresti rientrato probabilmente in tempo. Ti avevo pregato di non uscire e di aspettarmi … ma tu non stavi mai fermo … uscisti.
“Non ho paura di morire, sono preparato alla morte perchè non ci credo. Credo che sia solo come scendere da un’auto e salire su un’altra”.
Immagina non esista paradiso, è facile se provi. Nessun inferno sotto noi, sopra solo cielo… ecco, sappiamo dove trovarti.
Oh, quante cose avrei potuto sapere, sentire, conoscere … quanta bellezza mi sono perso…
Io che ti ho perso … Io, che nei giorni di tempesta, ti sento ancora cantare … All we are saying is give peace a chance …
Ah, così questo è Natale? Speriamo sia buono e senza paure …