Quel fantastico peggior anno della mia vita. Bello.

Due cinefili e una ragazza leucemica in film malincomico (comico e malinconico)

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Quel fantastico peggior anno della mia vita
di Alfonso Gomez-Rejon
con Thomas Mann, RJ Cyler, Olivia Cooke, Nick Offerman, Jon Bernthal
Voto 8

Il titolo italiano è quel che è per chissà quali esigenze. L’originale Me & Earl & the Dying Girl (“Io e Earl e la ragazza che muore”) sarà stato giudicato troppo da Sundance (dove il film ha iniziato a ramazzare premi), eppure è corretto. Il protagonista racconta un’amicizia coatta richiesta dai genitori, la mamma dolce intrusiva, il papà sociologo fattone: Greg tesoro, vai a trovare la povera Rachel che si è presa la leucemia. E Greg, ragazzo nerd che tiene un profilo basso per sgusciare dal liceo, va a trovare la ragazza sfortunata e nasce qualcosa. L’amore? Troppo facile. Vi piacerebbe. E poi lui è innamorato di una che lo fa sentire uno scoiattolo calpestato da un’alce… L’amicizia, forse, il crescere. La povera Rachel non ne è entusiasta e Greg rivela a poco a poco chi è: un tipo triste e fragile, con un amico Earl, di cui è  così amico che per paura che sia troppo amico definisce collega. Greg e Earl sono cinefili che passano i loro pomeriggi a ruminare film  di e su Herzog  e filmaker di parodie di titoli famosi da loro pasticciati e reinterpretati come (tra i tantissimi)  Sockwork Orange, che fa rima con Clockwork Orange (Arancia meccanica), ma è una storia recitata da calzini. Inoltre la narrazione è divisa in capitoli, è montata come un film che cita  film, è musicata con musiche del western all’italiana e arricchita da animazioni in stop motion spesso esilaranti.  Il meglio della cultura da Sundance in chiave brillante, in una missione suicida: narrare la storia di un’amicizia con una ragazza che sta morendo davvero (territorio minato che un giovane regista dovrebbe esitare ad affrontare) e fare anche ridere con malinconia. Alfonso Gomez-Redon  già assistente di Scorsese e Inarritu è al suo secondo film dopo un episodio (Le streghe di New Orleans) per American Horror Story. Aggiungere un mix di ruffiano moderno e di avanguardia antica, buone battute, un occhio fresco in ripresa e montaggio e musiche di Brian Eno. E poi, un interprete che si chiama Thomas Mann… Il tutto dal romanzo di Jesse Andrews edito da Einaudi

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