Umberto Eco. Ricordiamolo con le sue parole

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La notizia della morte di Umberto Eco naturalmente ha scosso l’Italia intera: con lui se n’è andato un caposaldo della cultura italiana e non solo, uno dei maggiori esponenti della letteratura della seconda metà del ‘900.
Tanti sono stati gli editoriali, i messaggi di cordoglio e i ricordi scritti da chi aveva avuto modo di conoscerlo e apprezzarlo. Noi abbiamo deciso di rendergli omaggio con le sue parole…

«E’ bello qualcosa che, se fosse nostro, ci rallegrerebbe, ma che rimane tale anche se appartiene a qualcun altro». (Da Storia della Bellezza)

«Il computer non è una macchina intelligente che aiuta le persone stupide; anzi, è una macchina stupida che funziona solo nelle mani delle persone intelligenti». (Dalla prefazione a Come scrivere una tesi di laurea con il personal computer, di Claudio Pozzoli)

«Cos’è la filosofia? Scusate il mio conservatorismo banale, ma non trovo ancora di meglio che la definizione che ne dà Aristotele nella Metafisica: è la risposta a un atto di meraviglia». (Da Che cosa fanno i filosofi?)

«Cos’è il leghismo se non la storia di un movimento che non legge?». (Da Eco: se la Lega ignora il romanzo italiano, la Repubblica, 06/03/2009)

«La decadenza dei costumi non sta in ciò che fanno Lady D e l’amante, ma nel fatto che i lettori paghino per farselo raccontare». (Da La bustina di Minerva)

«Gli intellettuali non risolvono le crisi, ma le creano». (Da A passo di gambero)

«Tutti aspiriamo al meglio ma abbiamo imparato che talora il meglio è nemico del bene, e dunque negoziando si deve scegliere il meno peggio». (Da A passo di gambero)

«Gli uomini non fanno mai il male così completamente ed entusiasticamente come quando lo fanno per convinzione religiosa». (Da Il cimitero di Praga)

«Anche una guerra santa è una guerra. Per questo forse non dovrebbero esserci guerre sante». (Da Il nome della rosa)

«Questo è il bello dell’anarchia di Internet. Chiunque ha diritto di manifestare la propria irrilevanza». (Da La bustina di Minerva)

«Chi non legge, a 70 anni avrò vissuto una sola vita. Chi legge avrà vissuto 5000 anni. La lettura è un’immortalità all’indietro».

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