Gianni Maroccolo. La realtà non esiste. Il buon rock sì

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9 maggio

Gianni Maroccolo non è semplicemente un bassista, è un pezzo di storia del rock italiano, da più di trent’anni. Imprescindibile tassello di gruppi come i primi Litfiba, Csi, Pgr e Marlene Kuntz, per non parlare della sua attività di produttore e dei progetti condivisi con Ivana Gatti, Beautiful e il più recente assieme a Claudio Rocchi.
Si parte proprio da Vdb 23 / Nulla è andato perso, disco pubblicato nel 2014 dopo la scomparsa dell’autore di Volo magico avvenuta nel 2013. A cui Gianni ha voluto dare un seguito live radunando una band d’eccezione per fare il punto su trent’anni di musica rock in Italia. Nessun intento autocelebrativo per lo schivo musicista toscano che propone due ore e mezza di musica senza compromessi pescando a piene mani dai molteplici progetti della sua carriera.
Nella cornice dello splendido Teatro della Fonderia di Verona si parte con La realtà non esiste, uno dei pezzi più noti della produzione di Claudio Rocchi, cantautore sensibile e profondo che ha segnato la storia del progressive italiano. Il naturale prosieguo è la lunga suite Rinascere, oltre venti minuti di grande musica tratta dall’ultima e più profonda collaborazione che Maroccolo ha voluto significativamente condividere con Rocchi. La voce è quella splendida di Andrea Chimenti, cantautore aretino che negli anni ’80 era il leader dei Moda, band fiorentina che duellava con Litfiba e Diaframma sulla gloriosa scena della new wave italiana. Dopo lo scioglimento della band si è messo in proprio costruendo un’importante carriera solista segnata da perle come L’albero pazzo (1996), Il porto sepolto (2002), in cui ha messo in musica le poesie di Ungaretti, e il più recente Yuri (2015).
Per la prima volta Marok si assesta al centro del palco e al suo fianco non può mancare l’amico di vecchia data Antonio Aiazzi, tastierista in quei Litfiba capaci di marchiare a fuoco gli anni ’80 con dischi come Desaparecido (1985), 17 Re (1986), 12.5.87 Aprite i Vostri Occhi (1987) e Litfiba 3 (1988). Non è un caso che dopo la svolta commerciale di Pelù e Renzulli, Gianni tolga il disturbo per entrare nei Csi di Giovanni Lindo Ferretti, Massimo Zamboni, Giorgio Canali, Federico Magnelli e Ginevra Di Marco.
È un’autentica emozione sentire dal vivo le devastanti versioni di Peste e Versante Est dal repertorio di quei Litfiba e la magnifica Inquieto, forse il brano di più lancinante bellezza scritto da Ferretti e soci.
Non mancano in scaletta gli omaggi al Battiato di Aria di Rivoluzione e al Capossela di SS. dei Naufragati prima di un paio di significativi pezzi dalla produzione solista di Andrea Chimenti. Completano una band coi fiocchi Simone Filippi alla batteria, con un passato negli Ustmamò, e Beppe Brotto, virtuoso del sitar e di molteplici altri strumenti a corda. Il concerto prosegue ospitando anche la bella voce di Ivana Gatti e la grazia pianistica di Alessandra Celletti, mentre Maroccolo suona, si racconta ed emoziona testimoniando con il suo sorriso una ritrovata serenità e un autentico stato di grazia artistica.
Un applauso va anche a Enzo Onorato, che sta sempre dietro le quinte ma cura in ogni dettaglio la riuscita di un tour davvero magnifico.
Scaletta:
La realtà non esiste (Rocchi)
Rinascere Hugs Suite
Nights and storms (Acau)
Aria di Rivoluzione (Battiato)
SS dei Naufragati (Capossela)
Peste (Litfiba)
Versante Est (Litfiba)
Inquieto (Csi)
Ld7m (Les dernieres sept minutes de mon pere)
Pace e Veleno La Battaglia (Eneide)
Cori descrittivi di stati d’animo di Didone (Chimenti)
Non accenderti (Chimenti)
Nulla è andato perso
Opening (Glass)
Annarella (Cccp)
Maria Walewska (Litfiba)

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