Bruce Springsteen: pura magia. Però qualcosa è andato storto

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Abbiamo raccontato molto bene la meraviglia che si è creata con il connubio tra la più bella città del mondo ed il più grande performer che esista: Bruce Springsteen. La poesia di quella New York City Serenade dedicata al pubblico romano, di una tagliente The Ghost of Tom Joad e di una Point Blank capace di arrivarti dritta in mezzo agli occhi.

Ma non è tutto oro quel che luccica: questo concerto poteva prendere una piega diversa e solo la grande responsabilità e civiltà del pubblico ha impedito che questa serata meravigliosa potesse passare alla storia non per la sua bellezza, ma per l’approssimazione, per usare un eufemismo, della sicurezza.

Ma andiamo con ordine: per chi non lo sapesse il Circo Massimo ha una lunghissima forma ellittica con due forti pendenze ai lati. Per il concerto dei Rolling Stones, l’unico paragonabile per quantità di persone e per il fatto che i posti erano tutti in piedi, erano state inserite due rampe di scale aggiuntive alle due già esistenti. Purtroppo, in questa occasione, la Sovrintendenza ha proibito di aggiungerle nuovamente perché le precedenti installazioni avevano danneggiato il sito.

Fin qui tutto bene. I primi problemi però sono nati dalla scelta di dedicare una delle due rampe di scale ad uso esclusivo del Pit (circa 3.000 persone) lasciando solamente un’unica scalinata a tutto il restante pubblico restante (almeno 10/15.000 persone su queste grandi pendenze) su un lato lungo più di 100m.

Non essendoci barriere che dividevano la strada dall’ingresso al Circo Massimo le persone, giustamente, hanno iniziato a salire lungo le pendenze naturali per andare, ad esempio, in bagno o a comprare una bottiglietta d’acqua, cercando la via d’uscita più vicina. Peccato che la sicurezza ha impedito al pubblico di raggiungere la strada da questi valichi naturali, rispedendo tutte le persone indietro (su pendenze del 50/60%) e rischiando di farle cadere sul pubblico già presente. Ma il colpo di genio è arrivato quando hanno deciso di transennare le possibili uscite naturali togliendo così le possibili vie di fuga. Come ciliegina sulla torta, quando una persona ha chiesto loro proprio la posizione delle vie di fuga la risposta data è stata «Oh, ma proprio a me devi rompere i cxxxxxxi?».

Ho visto con i miei occhi persone farsi male, alle quali la sicurezza diceva loro, con un’alzata di spalle, «Se hai male al ginocchio tu qui non ci devi venire». Parlando con gli addetti della Croce Rossa, anch’essi allibiti, mi è stato detto che per loro era impossibile intervenire nel caso qualcuno avesse avuto bisogno di aiuto, perché non erano in grado, per come erano posizionati, di raggiungere tempestivamente le persone dentro l’impianto.

In questi giorni si è parlato, a ragione, di una Roma blindata e delle eccezionali misure di sicurezza messe in atto per garantire l’ordine pubblico in vista di questo grande evento. Ma poi se chi ha il compito di gestire la sicurezza delle persone, ne compromette la loro condizione fisica o, ancora peggio, per eseguire gli ordini come un soldatino, va a bloccare/eliminare possibili vie di fuga, senza ragionare sulle possibili conseguenze, allora questa Roma da blindata rischia di trasformarsi in una trappola.

Il Circo Massimo è un luogo meraviglioso, con un’acustica che, ancor meglio di San Siro, è stata eccezionale. Ma se per realizzare questi grandi eventi si rischia di non garantire le minime condizioni di sicurezza qual è il senso della loro realizzazione? So che la risposta non è semplice, né voglio arrogarmi il diritto di sostituirmi a chi da molti anni organizza (di norma molto bene) questo tipo di eventi. Però stavolta non tutto ha funzionato alla perfezione. Ed è un vero peccato, perché il concerto è stato semplicemente magico e mi sarebbe piaciuto ricordarlo soltanto per questo.

1 COMMENTO

  1. Anche se la belleza del concerto ti fa dimenticare tutti i disagi, condivido in pieno il tuo post. Immaginiamo solo cosa sarebbe potuto succedere in caso di pioggia!

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