Amy Winehouse, Milano e Birmingham (2007)

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Foto di Mattia Zoppellaro

“I don’t want a fucking photographer! I need some northern soul! Right now!”

È con voce rovinata dall’alcool e da altre sostanze chimiche che l’eroina del neo soul inglese mi manda fragorosamente affanculo, negandosi per la sessione fotografica promessa qualche giorno prima a Velvet, la rivista per cui lavoravo. Quella stessa voce che le aveva appena procurato qualche fischio, in un Alcatraz sold out da settimane.

Una performance abbastanza penosa, ma niente a che vedere con la catastrofe di Birmingham di qualche giorno dopo. Anche qui mi era stato commissionato un ritratto (questa volta per la prestigiosa cover di Mojo), e anche qui un buco clamoroso.

Come pretendere però che la star di Camden si concedesse dopo essere stata letteralmente fischiata giù dal palco. Amy aveva infatti esordito in piena allure da rock star, Janis-style, presentandosi sul palco con un bicchiere da pinta pieno per tre quarti di Smirnoff, a cui ha poi aggiunto un goccio di orange juice. Dopo aver trangugiato in due sorsi il beverone si è lanciata in un concerto-kamikaze mai visto prima. Le stonature non si son riuscite a contare, mentre dei grugniti hanno sostituito le parole… sbagliate: il pubblico inglese, molto più severo di quello italiano, ha infierito sulla star che a sua volta ha risposto, abbandonando il palco a suon di sputi rabbiosi…

Più che un concerto, un’esperienza indimenticabile.

Thank you Amy

Spettakolo! nasce nel 2015 e si occupa di cinema, musica, travel, hi-tech. Alla Redazione di Spettakolo! collaborano varie figure del mondo del giornalismo (e non) desiderose di raccontare tutto ciò che per loro è "spettacolo" (appunto).

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