Il fiato per parlarci e la voglia di aiutarci

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Oggi ho lasciato Viterbo alle 6 da solo per andare a Vetralla, 18 km circa. Viterbo è una bella città, peccato per il traffico (quelle macchine che transitano in piazza del plebiscito sono fuori luogo secondo me), ha degli angoli che andrebbero valorizzati, mentre il quartiere medievale merita davvero tanto (e ieri sera ho mangiato proprio lì una squisita tagliata di manzo con il lardo – occorrono proteine per camminare, ehm…).

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Partire da soli dopo due giorni passati in compagnia a ridere e scherzare (e anche a bere, perché no?) ti spiazza un po’: hai bisogno di riprendere il tuo ritmo, di riempire i silenzi in qualche modo, e non ti ricordi più come hai fatto nei primi giorni di cammino.

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Il percorso di oggi non ha regalato particolari paesaggi da immortalare nella testa e nel cuore. In più, sono passato accanto a una discarica a cielo aperto, con materassi e rottami abbandonati in mezzo alla strada, e lì ho pensato davvero: “Ha perso la città”.

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E allora lì ho scavato un po’ di più: “Ha perso la comunità”? Dopo questi giorni di cammino direi di no. Il cammino è popolato da una comunità di persone inconsapevole di essere tale, è un gruppo ma allo stesso tempo non lo è, ci si presenta in un attimo e poco dopo pensi di conoscere l’altro da una vita. Il fiato per parlare c’è, così come pure la voglia di aiutare: non ti conosco, ma se vuoi compagnia cammino con te, la condivisione non solo della pesca che ho in più nello zaino, ma anche del mio tempo e dei miei spazi.

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Semmai il problema è un altro: cosa succede quando il cammino finisce? Perché abbiamo sempre bisogno di essere messi alla prova per trovare il fiato e la voglia? E allora si, è vero, ha perso la comunità e forse la soluzione è una sola: continuare a camminare.

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Non ha ancora capito cosa farà da grande, ma per adesso ha in tasca una laurea magistrale in Ingegneria Informatica, fa lo sviluppatore Web freelance, collabora con il Politecnico di Milano e con varie società di comunicazione. Ama lavorare dietro le quinte e, in generale, "si ripete spesso che è fortunato" (cit.). Appassionato di musica, eventi e fotografia live, adora andare ai concerti e quando può si precipita sotto il palco a scattare. Si (pre)occupa della parte tecnica di Spettakolo.it (quindi se il server crolla è colpa sua). Per festeggiare i suoi 30 anni ha scritto il suo primo libro "Da ventinove a trenta" (YouCanPrint, 2018).

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