Per ogni tipo di viaggio meglio avere un bagaglio leggero

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Oggi sono arrivato da solo a Sutri: bel posto ricco di storia e di risorse archeologiche. Stavolta mi sono perso almeno cinque volte lungo la Via, non capisco se sia la stanchezza di oltre 120 km alle spalle o il percorso segnato male, per fortuna ho con me il tracciato del sentiero su un gps e riesco a rimettermi in carreggiata alla svelta.

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Ho notato che in generale ci metto almeno un minuto per capire che giorno è oggi: è una sensazione bellissima, vuol dire che sto finalmente staccando e che la sto prendendo davvero come una vacanza! Non aspettavo altro. Così come non vedo l’ora di arrivare domani a Campagnano, tappa con un significato simbolico notevole per me e in questo viaggio, visto che è la città dove è nato Una somma di piccole cose.

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Il percorso di oggi batte decisamente quello di ieri: prima di arrivare a Sutri si passa per un bellissimo sentiero nei boschi che corre lungo un torrente, selvaggio ma non troppo, tenuto bene ma non artificiale. A metà strada si trova Capranica, dove entrando nella chiesa di San Francesco ho trovato la donna delle pulizie che cantava a squarciagola mentre passava lo straccio sui pavimenti.

Poi, sapete, ogni tanto la natura chiama, e mentre cercavo un posto per segnare il territorio mi sono imbattuto in uno scoiattolo che saltava da un albero all’altro.

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Qualche giorno fa stavo preparando lo zaino per questo viaggio. Dopo aver provato gli ultimi 120 km del cammino di Santiago (nel 2007 e nel 2015) con un 60 litri, stavolta ho deciso di viaggiare con 20 litri in meno a disposizione. Sto apprezzando questa mia scelta giorno dopo giorno, la mia schiena ringrazia e mi aiuta a essere sempre più essenziale nelle scelte: è una bella palestra.

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Bisogna essere essenziali: sul Web ci sono migliaia di consigli su cosa portare, ma alla fine la regola è sempre la stessa. Fai una lista, inizi a togliere cose che fin dal primo momento sai già che non userai mai, poi provi a mettere le rimanenti nello zaino e in un dialogo da neuro con ogni singolo oggetto gli chiedi: “Ma io ho davvero bisogno di te?”.

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Bisogna partire leggeri: nel bagaglio fisico e in quello emozionale. Anche il cuore deve essere leggero, c’è sempre tempo per riempirlo passo dopo passo. La testa poi, non ne parliamo. Un logorroico come me poi non può fare a meno di liberarsi delle tante parole dette a voce, forse qualcuno le userà.

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Bisogna lasciare a casa i rancori, ogni mia cosa trafitta, che non significa dire con leggerezza “non è successo nulla” o “mettiamoci una pietra sopra”, piuttosto vuol dire essere consapevoli di ciò che è successo e proseguire nonostante dopo avere affrontato la situazione. Lasciamo a casa il coltello fra i denti. E se dovesse rimanere qualche rancore nello zaino, nessun problema: il cammino è pieno di posti dove abbandonarli, e per quelli non c’è nemmeno da osservare la raccolta differenziata.

Il cammino è una somma (algebrica) di piccole cose: anche le sottrazioni servono.

E a proposito di sottrazioni: chissà se sto perdendo qualche chilo!

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Non ha ancora capito cosa farà da grande, ma per adesso ha in tasca una laurea magistrale in Ingegneria Informatica, fa lo sviluppatore Web freelance, collabora con il Politecnico di Milano e con varie società di comunicazione. Ama lavorare dietro le quinte e, in generale, "si ripete spesso che è fortunato" (cit.). Appassionato di musica, eventi e fotografia live, adora andare ai concerti e quando può si precipita sotto il palco a scattare. Si (pre)occupa della parte tecnica di Spettakolo.it (quindi se il server crolla è colpa sua). Per festeggiare i suoi 30 anni ha scritto il suo primo libro "Da ventinove a trenta" (YouCanPrint, 2018).

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