Era una delle menti più lucide del panorama intellettuale italiano e amava spaziare da Andy Warhol a Fantozzi, da Orietta Berti a Jimi Hendrix. Tommaso Labranca è morto all’età di 54 anni. Era autore di libri di successo, saggi, ma anche romanzi: negli anni Novanta ha fatto parte del cosiddetto “Gruppo Cannibale”, assieme ad Aldo Nove, Isabella Santacroce, Niccolò Ammanniti e Tiziano Scarpa. Successivamente si è dedicato alla radio come conduttore, alla Tv come autore di programmi (per esempio Anima mia, con Fabio Fazio e Claudio Baglioni) e al giornalismo, collaborando sia con quotidiani sia con riviste specializzate.
Attento studioso dei fenomeni legati al costume, era una persona colta e curiosa, interessata anche a fenomeni da altri sottovalutati come il trash, che definiva «un’imitazione mal riuscita di un esempio “alto”». Semplicemente geniali i titoli di alcuni suoi saggi: Andy Warhol era un coatto (pubblicato da Castelvecchi nel 1994), Estasi del pecoreccio, perché non possiamo non dirci brianzoli (1995), Neoproletariato. La sconfitta del popolo e il trionfo dell’eleghanzia (2002), Il piccolo isolazionista. Prolegomeni ad una metafisica della periferia (2006). Ha dedicato saggi e biografie anche a Renato Zero, Michael Jackson, Freddie Mercury, John Lennon. Orietta Berti, Coldplay e Skin.