“C’era un locale che si chiamava The Crystal Ballroom, che in seguito diventò il McGonagle’s, a Dublino al South Anne Street. Tantissimi a Dublino ci andavano per ballare, molte coppie si sono incontrate per la prima volta lì. Mia madre e mio padre ci andavano spesso, si divertivano a ballare insieme. In questa canzone (The Crystal Ballroom) mi immagino che ci sono io con la mia Band, gli U2, a suonare al McGonagle’s (luogo di diversi concerti di Bono e co. dal 1977 al 1979 ndr), e mia madre e mio padre che ballano e si abbracciano romanticamente, con le note degli U2.
Se solo potessi tornare indietro nel tempo, l’unico desiderio che vorrei realizzare sarebbe: cantare per mia madre al McGonagle’s, di modo che potesse essere fiera di suo figlio e di cosa sarebbe diventato.“¹
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Il giovane Paul David Hewson, all’eta’ di 14 anni, perse la mamma Iris. Questo tragico evento, come prevedibile, sconvolse la vita di Bono, che crebbe con rabbia e disagio accanto al fratello Norman e al padre Bob nella casa di Cedarwood Road. Fortunatamente seppe trovare rifugio tra I suoi amici del Lypton Village, riuscendo a non sfogare la sua rabbia in ira e violenza, nonostante i tempi difficili di Dublino e della Irlanda degli anni’70.
Ma la rabbia e il disagio restarono dentro il cuore di Bono, che in diverse canzoni degli U2 raccontò della mancanza della mamma Iris e della sua vana ricerca, dei suoi dubbi e tormenti, del rapporto, spesso conflittuale, con il padre Bob – morto nel 2001 mentre gli U2 erano in giro per l’Europa con l’Elevation Tour).
Da Another Day a I Will Follow (1980), da Tomorrow (1981) passando per Ultraviolet (1991), da Lemon (1993) a Mofo (1997), da Sometimes You Can’t Make It On Your Own (2005) fino ad arrivare ad Iris (Hold Me Close) (2014) Bono, nelle canzoni degli U2, ci racconta il suo dramma e le sue paure, i suoi tormenti e infine le sue, ritrovate, certezze di figlio non più arrabbiato con la vita. Anche se, purtroppo, non potrà mai realizzare il suo sogno di cantare davanti ai genitori che ballano insieme.
¹ – The Irish Times
Angelo D’Arezzo
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