Un disco con dentro la luce. Norah Jones Day Breaks

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Day breaks
di Norah Jones
Blue Note Records

C’è la luce dentro questo disco, c’è un grande talento nel far risuonare vibrazioni straordinarie, grooves di batteria vellutati, creati da quel grande musicista che risponde al nome di Brian Blade,b9320381612z-1_20160106182435_000_gced1se9h-1-0

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e dei suoni amici e amiche, dei suoni da leccarsi i baffi e le orecchie! E’ infatti partita immediatamente la segnalazione al mio sodale in campo di groove che porta il nome di Robby Pellati, la segnalazione è una telefonata, e gli comunico il nome e l’artista. In genere, dopo poche manciate di minuti, ecco che il signorino mi richiama eccitato dalla qualità di quello che gli ho comunicato.

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E’ successo pure questa volta perchè questo “Day Breaks” della figlia d’arte Norah Jones, è un disco inciso per la Blue Note, etichetta ormai divenuta patrimonio della cultura del suono con una visione sorridente del mondo, dovuta sicuramente, lo dico romanticamente, al fatto che Norah è diventata mamma per la seconda volta e c’è un’aura di positività attorno alla musica che fa, che è una musica di colori accesi e belle dinamiche, con un pianoforte splendidamente orchestrato e una voce che cerca sempre l’angolino meno irto su per la scale, come una scala di velluto.

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C’è tanta differenza nel modo di portare la musica di questi personaggi, c’è la voglia di registrare delle vibrazioni, fateci caso se sarò stato così convincente da avervi messo in cerca delle espressioni della Jones: sentite che suoni di batteria privi dello sferragliare dei piatti così fastidioso, sentite il contrabbasso come ricama e come punteggia, sentite un vero Hammond che sparge favolosi ricami, sentite come la scelta della Jones vada verso una cover raffinata e affatto scontata come “Don’t Be Denied” di Neil Young, è in possesso di una visione e la persegue, dopo aver corteggiato i suoni che si reputano moderni, dopo aver sperimentato perchè, per carità, quello deve fare un musicista ispirato, sperimentare e magari anche sbagliare ma, proprio come ribadito, “Carry On”, una canzone che è la semplicità fatta musica, meravigliosa nella durata, nella sua esposizione, nel suo essere un quadro straordinario del fare musica nel 2016.

Bellissimo.

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