Neruda. Biografismo magico

Vita del poeta senatore in fuga e del segugio che l'inseguì fino a fondersi

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Neruda
di Pablo Larrain
con Luis Gnecco, Gael García Bernal, Mercedes Morán, Diego Muñoz, Pablo Derqui.
Voto 9

Nel Cile del secondo dopoguerra sotto il governo di Gabriel Gonzales Videla che si sta allineando ai dettami Usa sulla Guerra Fredda (e dove cominciano gli arresti degli oppositori), nel pisciatoio del Parlamento il senatore comunista e poeta Ricardo Eliécer Neftalí Reyes Basoalto detto Neruda (in onore del poeta cecoslovacco Jan Neruda) si scrolla dopo aver orinato e demolisce i suoi avversari con una retorica degna di un senatore romano. Poi deve darsi alla macchia, è un ricercato di alto livello. Mettono sulla sua pista un segugio di alto livello: Óscar Peluchonneau Bustamante.
Questa è una biografia fantastica. Peluchonneau fu storicamente Capo Generale della Polizia cilena per 3 mesi nel 1952. Ma non inseguiva i senatori comunisti in moto o a cavallo. Pablo Larrain, che ha inventato con Tony Manero il genere delle vite parallele (il suo Tony Manero non è quello di John Travolta, ma dentro lo è…La sua Jackie appena vista a Venezia è Jackie Kennedy, ma dentro forse non o è…), ci dà una sintesi delle contraddizioni del Cile (come aveva fatto anche in No- I giorni dell’arcobaleno per la poltica e il marketing, e in El Club sulle case d’esilio dei preti colpevoli). Neruda (Gnecco) è un grasso, facondo, senatore stalinista (in quel momento il loro comunismo è Stalin), idolo del popolo minuto, che combatte in versi, grande amante, gran puttaniere, bevitore, mangiatore e divoratore di vita. Peluchonneau (Bernal) invece è un segugio che si diverte più a fiutarne la pista per case, strade, amanti, bordelli e rifiugi che ad arrestare davvero la sua preda. Esita, anzi, la studia, ne studia la poesia. La poesia di Neruda è declamata con grazia dal suo avversario politico, ma il meraviglioso intrico della sceneggiatura di Guillermo Calderon ci mostra un gaudente di sinistra che a tutti gli effetti ha le caratteristiche della classe che combatte (potrebbe essere un aristocratico e frequenta gli aristocratici, ed è un politico alla Talleyrand e insieme un pasionario), mentre il suo inseguitore, nemico della sinistra, ha tutte le caratteristiche della classe che perseguita: è un piccolo borghese di scarsi mezzi e bassa cultura, intrigato dal suo opposto.
Una biografia fantastica ha senso? Se sei bravo come Larraìn sì, sembra scritta da Borges per spiegarti che i sentieri che si biforcano forse sono due facce di una sola personalità, e il sospetto che Larraìn tra l’altro quasi concede nelle interviste è che i due personaggi insieme facciano un solo Neruda: il rivoluzionario che fatica a rispondere alla domanda di una militante proletaria (“Senatore, ma dopo la rivoluzione saremo tutti come te o tutti come me?”) e il cane da guardia dei padroni che in teoria sarebbe da ascrivere alla classe repressa più che a quella che reprime. L’uomo si sinistra ci fa riflettere sulla contraddizione. L’uomo di destra ci fa riflettere sull’arte e usa l’arte del nemico. Poi c’è da impastare alla storia il portato fantastico della letteratura sudamericana. Forse si  potrebbe dire che con Larraìn nasce il biografismo magico. Quasi capolavoro.

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