I 12 migliori concept album di sempre

0

Definizione di “concept album”: trattasi di un lavoro discografico in cui tutte le canzoni ruotano attorno a un unico tema o raccontano una storia. Una formula molto utilizzata in ambito art rock e che ha avuto grande fortuna soprattutto negli anni Settanta, quando era in auge il rock progressivo. Questo termine è stato coniato negli anni Cinquanta per definire alcuni album di Frank Sinatra, anche se secondo alcuni l’esempio più antico di concept album sarebbe Dust bowl ballads di Woodie Guthrie, uscito nel 1940. Ma è a partire dagli anni Sessanta che questa formula comincia a prendere piede, inizialmente in modo non codificato, per esempio con gli album Little deuce coupe dei Beach Boys (1963), Freak out! di Frank Zappa (1966) e il celeberrimo Sgt. Pepper’s Lonely Hearts Club Band dei Beatles (1967). Da lì in avanti ne sono stati pubblicati a centinaia, alcuni dei quali sono diventati vere pietre miliari del rock.

Qui di seguito vi propongo 12 album che secondo me vale la pena conoscere (so che mancano capolavori come The dark side of the moon dei Pink Floyd, Quadrophenia degli Who o Aqualung dei Jethro Tull, ma ho fatto la scelta di pubblicare un solo titolo per ogni artista. Nei prossimi giorni, in attesa dell’uscita del nuovo lavoro di Ligabue, pubblicherò una lista dei miei concept album italiani preferiti di sempre):  

1) Tommy degli Who (1969): racconta la lotta contro l’oppressione e l’isolamento di Tommy, un ragazzo sordo, cieco e muto nato alla fine della Prima Guerra Mondiale, che si trasforma in Pinball Wizard. Assieme a Quadrophenia, è uno dei capolavori della band di Pete Townshend. Nel 1975 Ken Russell ne avrebbe ricavato un film con Roger Daltrey (nel ruolo di Tommy), Ann-Margret, Oliver Reed e camei di Elton John, Eric Clapton, Jack Nicholson, Keith Moon e Tina Turner.

2) The lamb lies down on Braodway dei Genesis (1974): narra le vicende del giovane portoricano Rael, fuoriuscito dal riformatorio di Pontiac, che si cala nei meandri misteriosi e inquietanti di New York.

3) The wall dei Pink Floyd (1979): il protagonista è la rockstar Pink, che in seguito a vari traumi subiti quando era piccolo (in particolare la morte del padre durante la Seconda Guerra Mondiale, una madre iperprotettiva, maestri di scuola eccessivamente autoritari e una moglie che lo tradisce), costruisce attorno a sé un muro immaginario per nascondersi al mondo.

4) The rise and fall of Ziggy Stardust di David Bowie (1972): Ziggy è una rockstar aliena, una sorta di immaginario messia che arriva da Marte. Una volta sceso sulla Terra, diventa vittima dei suoi eccessi.

5) Thick as a brick dei Jethro Tull (1972): inventato dall’istrionico Ian Anderson, il protagonista si chiama Gerald Bostiock ed è un bambino prodigio che scrive poesie. Vincitore di un concorso poetico con il testo di Thick as a Brick. Bostock, sarà poi squalificato per aver detto una parolaccia in diretta.

6) Joe’s garage (Act. I, II e III) di Frank Zappa (1979): un’unica opera divisa in tre atti, anche se in realtà pubblicati separatamente: prima uscì un album singolo contenente l’act I, poi un doppio con gli acts II e III. Fa da filo conduttore la narrazione del Central Scrutinizer, una sorta di Grande Fratello: un musicista viene perseguitato in un mondo dove le espressioni artistiche e musicali stanno per essere dichiarate illegali.

7) American idiot dei Green Day (2004): un attacco in chiave punk all’“idiota americano”, cioè colui che vive in modo paranoico e se ne sta “seduto sul divano assorbendo tutto quello che dicono i mass media”. A far da contrappeso c’è il “ragazzo ribelle”, che prima commette molti errori (alcolismo, droga), poi cerca di capire quali sono le cose per cui vale davvero la pena lottare.

8) Pictures at an exibition di Emerson, Lake & Palmer (1971): registrato dal vivo alla Newcastle City Hall, consiste nella rielaborazione in chiave rock di alcuni brani appartenenti all’omonima composizione pianistica del 1984 del compositore russo Modest Musorgskij, alternati ad altri scritti dal trio.

9) Seventh son of a seventh son degli Iron Maiden (1988): le tematiche sono i poteri mistici, la moralità, le visioni profetiche e la reincarnazione. Musicalmente, per l’occasione la band di Bruce Dickinson si allontanò momentaneamente dall’heavy metal per proporre sonorità che furono definite progressive metal.

10) Journey through the centre of the earth di Rick Wakeman (1974): ispirato all’omonimo romanzo di Giulio Verne, è il viaggio fantastico di un professore e suo nipote verso il centro della Terra.

11) The Kinks are the Village Green preservation society dei Kinks (1968): tutto ruota attorno agli abitanti di Village Green, immaginario borgo britannico dove tutto si svolge nel più rigido rispetto della tradizione. L’idealizzazione del passato, un omaggio alla vita rurale che fu.

12) Operation: Mindcrime dei Queensryche (1988): il protagonista è un uomo che, deluso dalla società a stelle e strisce, si unisce a una corporazione il cui scopo è assassinare i leader corrotti. L’album è caratterizzato da dialoghi che fanno da trait d’union tra un brano e l’altro.

Massimo Poggini è un giornalista musicale di lungo corso: nella seconda metà degli anni ’70 scriveva su Ciao 2001. Poi, dopo aver collaborato con diversi quotidiani e periodici, ha lavorato per 28 anni a Max, intervistando tutti i più importanti musicisti italiani e numerose star internazionali. Ha scritto i best seller Vasco Rossi, una vita spericolata e Liga. La biografia; oltre a I nostri anni senza fiato (biografia ufficiale dei Pooh), Questa sera rock’n’roll (con Maurizio Solieri), Notti piene di stelle (con Fausto Leali) e Testa di basso (con Saturnino) e "Lorenzo. Il cielo sopra gli stadi", "Massimo Riva vive!", scritto con Claudia Riva, "70 volte Vasco", scritto con Marco Pagliettini, e "Lucio Dalla. Immagini e racconti di una vita profonda come il mare".

LASCIA UN COMMENTO

Inserisci il tuo commento
Inserisci qui il tuo nome