Bigliettopoli. Coinvolta anche la vecchia gestione di Vivo Concerti

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Risale esattamente a una settimana fa il servizio della “Iena” Matteo Viviani sul secondary ticketing. Servizio che ha alzato un vero e proprio polverone, avendo “smascherato” Live Nation, società organizzatrice di eventi rea di vendere prima dell’apertura delle prevendite parte dei biglietti di alcuni concerti ai “siti di e-commerce”. Siti di secondary ticketing in cui gli stessi biglietti vengono poi messi in vendita a prezzi notevolmente maggiorati.
E chi beneficia, quindi, dell’aumento dei prezzi? In gran parte, la stessa società organizzatrice dei concerti, che si vede recapitata una percentuale molto alta (fino al 90%) degli incassi maggiorati grazie al “mercato secondario”.

Ma non è la sola Live Nation a comportarsi in modo poco corretto: questa sera, infatti, è andato in onda il secondo capitolo dell’inchiesta sul secondary ticketing. “Protagonista” di questa puntata, un’altra società organizzatrice di eventi: Vivo Concerti.
Anche in questa occasione, l’inchiesta è partita dalla documentazione (svariate fatture) recapitata in modo anonimo a Le Iene. Intervistato da Viviani, Clemente Zard (figlio del più celebre David), attuale a.d. di Vivo Concerti, si è detto totalmente estraneo alla questione, essendo a capo della società da appena 4 mesi. Zard, difatti, è subentrato a Corrado Rizzotto, attuale a.d. di un’altra società organizzatrice di eventi: Indipendente, che, tra le altre cose, si sta occupando degli i-Days di Milano, con nomi come Radiohead, Green Day e Linkin Park.

Rizzotto, quindi, non è più a capo di Vivo Concerti dal primo settembre di quest’anno, quando è stato sollevato dall’incarico.
Riguardo la nuova gestione, Zard ribadisce con forza la sua totale estraneità ai fatti e dichiara di non aver mai ricevuto pressioni da alcun artista perché i biglietti (la cui gestione, a detta sua, è totalmente nelle mani dell’a.d. della società) fossero inseriti nei circuiti di secondary ticketing.
La documentazione in possesso delle Iene, in effetti, si riferisce esclusivamente alla gestione Rizzotto, a.d. di Vivo Concerti dal 2009. Secondo le fonti del programma, la società avrebbe incassato il 90% del prezzo dei biglietti rivenduti tramite il circuito di secondary ticketing. Durante la (mancata) intervista, Rizzotto si è ripetutamente rifiutato di dare spiegazioni, invitando il giornalista a rivolgersi a Vivo Concerti. 
Un’unica risposta (ma pare poco attendibile): «È vero che Vivo Concerti incassava il 90% del prezzo dei biglietti venduti nei siti di secondary ticketing?».
«Assolutamente no».
Finito il tentativo di intervista, alle Iene è arrivata una mail spedita da Indipendente Concerti, che dichiarava la totale estraneità della società ai siti di secondary ticketing. Peccato che l’organizzatore di concerti incriminato fosse un altro.
E non finisce qui. Certo, non tutti i promoter sono coinvolti, ma l’impressione è che presto arriveranno nuove sensazionali rivelazioni.

Clicca qui per guardare la nostra video intervista a Claudio Maioli, manager di Ligabue, che dice la sua sul secondary ticketing. 

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