Knight of Cups. Un tarocco?

Il passato, il presente, la vita, Dio, il cosmo, l'amore e tutto il resto

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Knight of Cups
di Terrence Malick
con Christian Bale, Cate Blanchett, Brian Dennehy, Natalie Portman.
Voto: inclassificabile

Che  fare con l’amato Malick, che una volta nascondeva la filosofia in una vena narrativa?! Adesso, dall’Albero della vita in poi sta facendo un unico film diviso in vari titoli, ha ridotto la narrativa a non-storie di persone in sublimi affanni (esistenziali, filosofici, mistici, escatologici), di solito persone abbienti, ben vestite, pensierose, infelici, diciamo la versione di sinistra degli spot fatti d’aria per i profumi: spesso camminano, lei davanti lui dietro, lei danza, meglio scalza, nell’acqua, lui la segue, griffati, scazzati. Ogni tanto una voce fuori campo invoca il padre, la madre, l’onnipotente (l’ultima volta che mi era piaciuto sentir chiamare l’onnipotente era alla radio dalla barca di Apocalypse Now nel cuore delle tenebre) e l’onnipotente secondo Malick risponde con immagini della Nasa o del National Geographic: “io sono l’eclittica dell’orbita, io sono la marea, io sono la Nebulosa Testa di Cavallo”. Poi ci sono i morti i ricordi il panteismo e in questo film anche i Tarocchi. La disgraziata vita del protagonista scrittore Fante di Coppe (stavolta è l’ex Batman Bale, una delle ultime volte era toccato al Batman in carica Affleck: ci sarà un legame mistico? Vogliono redimersi dai film-fumetto?) è un vagare di affanno in affanno tra bei posti, panorami dell’anima e ricchi inferni dove c’è pure Banderas che fa un bagno vestito in piscina (e fa rimpiangere il mulinobianco e la galllina, forse per dirci che vita vuota fanno i ricchi senz’anima?) e i fantasmi di tante donne simboliche, che poi sono tutte figure dei tarocchi. E Banderas sarebbe l’Eremita. Davvero? Vabbé, è il flusso di coscienza, o forse no, non importa. Qualcuno ha scritto che questo Malick è già un instant classic su vari generi (ricerca religiosa, critica analitica, melodramma di famiglia, Hollywood su Hollywood, voce fuori campo, crisi della mezza età), molti invece sostengono di essere stati cullati direttamente dalla rêverie al sonno profondo in sala.  Che fare?

 

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