Joshua Radin. Il racconto e la scaletta di un concerto speciale

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Non ho mai amato Milano. L’ho sempre trovata una città confusionaria, grigia e scura. Ma sotto determinati aspetti invece è una città con una ricchezza culturale unica, credo, nel paronama italiano. Per esempio ieri, in un anonimo e freddo lunedì sera, centinaia di persone hanno riempito un anonimo e freddo circolo per assistere ad un concerto di quella che ritengo essere una delle figure più interessanti della scena folk internazionale: Joshua Radin.

Ai più Joshua Radin è noto come “Il compositore di Scrubs”, ma, a mio parere il suo progetto è molto più completo di questa definizione. Oltre ad essere un artista worldwide ha una capacita di scrittura estremamente semplice, chiara, ma che sa arrivare e toccare le giuste corde. Un racconto ad immagini che, pur non avendo vissuto determinate storie personalmente, riesce a farti immedesimare totalmente in quelle situazioni. Il tutto unito da una voce in grado di spaziare a tutto tondo: sa cullarti e coccolarti tanto quanto sa colpirti ed incidere.

Joshua Radin è un artista dal talento cristallino al quale riesce ad abbinare un’umiltà ed una semplicità con pochi eguali. Abbiamo avuto il privilegio di scambiare con lui qualche parola dopo il soundcheck nel pomeriggio e la prima cosa che abbiamo notato è stata la gioia di fare il suo mestiere che traspariva sul suo volto. Per questa leg europea (ha suonato e suonerà infatti in Spagna, Ungheria, Repubblica Ceca, Inghilterra, Scozia ed Irlanda) si è presentato sul palco da solo, armato esclusivamente della sua chitarra per proporsi come mai prima d’ora aveva fatto, avendo sempre avuto una backup band.

Vederlo così da solo, su un palco quasi nudo, è stata una grandissima emozione, perché sono quelle situazioni in cui non puoi bluffare, non hai aiuti, sei solo tu, il tuo microfono e la tua chitarra. Ed ho sempre ritenuto che siano proprio quelle le situazioni che fanno capire il vero valore di un artista. Un test superato in pieno, il concerto scorre infatti veloce, lui ha una gran voglia di suonare la sua musica ma allo stesso tempo di raccontarsi, deliziando il pubblico con aneddoti molto interessanti sulla genesi delle sue canzoni che aiutano a capire lo spessore del personaggio. Per esempio una delle sue canzoni più delicate e struggenti, ‘Everything is gonna be alright’, altro non è che una ninna nanna scritta per il figlio di un suo amico che lui ha composto per farlo addormentare e per tranquillizzarlo dopo che l’uragano Katrina aveva devasto New Orleans nel 2005. Non mancano le richieste del pubblico, tutte soddisfatte, anche perché, per usare le sue parole <<Qui non ho una band e posso fare tutto ciò che voglio>>.

Era un anonimo e freddo lunedì sera milanese. Si è trasformato in un concerto caldo ed emozionante.

La scaletta della serata:

  • No envy no fear
  • Only you
  • Brand new day
  • Closer
  • What if you
  • You’ve got growing uo to do
  • Today
  • Tomorrow is gonna be better
  • Paperweight
  • Vegetable car
  • Everything is gonna be alright
  • My my love
  • Beautiful Day
  • High and low
  • Belong
  • I’d rather be with you
  • Winter
Di origini torinesi, ma trapiantato ormai da diversi anni in quella magnifica terra che ha dato i natali ai più grandi musicisti italiani, l'Emilia. Idealista e sognatore per natura, con una spiccata sindrome di Peter Pan e con un grande amore che spazia dal Brit rock passando per quello a stelle e strisce, fino ai grandi interpreti italiani. Il tutto condito da una passione pura, vera e intensa per la musica dal vivo.

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