La campagna referendaria non si può certo dire che abbia lasciato indifferenti. Mai come questa volta vip, vippettini o presunti tali si sono premurati di farci sapere come la pensavano, a volte spiegando le loro idee con ragionamenti più o meno condivisibili, ma comunque argomentati; più spesso buttando là battutacce di pessima fattura. Nemmeno nella giornata elettorale ci sono stati risparmiati pensieri, pensierini e grandi cazzate. La più grande in assoluto l’ha sparata Piero Pelù sulla sua pagina Facebook, dove ha scritto testualmente: «LA MATITA CHE HO USATO PER VOTARE ERA CANCELLABILE. Dopo aver provato su un foglio e averlo constatato ho denunciato la cosa al presidente dl mio seggio. Fatelo pure voi è un vostro diritto!».allo spoglio”.
Ovviamente il web si scatenato immediatamente. Non è mancato chi ha ribadito la sua stima artistica a Pelù, ma stavolta la maggior parte degli internauti ha coperto d’insulti il frontman dei Litfiba, facendo notare che la matita è cancellabile su carta normale, ma non sulla scheda. Alcuni hanno sottolineando tra l’altro che se uno vuole lanciare una provocazione su un tema così importante non dovrebbe usare come hashtag, oltre a un incomprensibile #DavideConGolia, il titolo del suo ultimo disco.
Uno degli slogan che più hanno colpito è “la dittatura delle matite”, ovviamente inteso in senso ironico. A me è tornato in mente un aforisma del mitico Frank Zappa (del quale, detto per inciso, oggi ricorre il 23esimo anniversario della morte): «La stupidità si moltiplica a dismisura. Si riproduce facilmente e si autofinanzia».