40 anni di “Hotel California”. Storia di un pezzo che ha fatto storia

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Eagles

È uno dei pezzi più famosi di tutti i tempi, collocato al 49esimo posto delle 500 migliori canzoni secondo Rolling Stone.
Stiamo parlando dell’intramontabile Hotel California degli Eagles, di cui proprio oggi ricorrono 40 anni dalla pubblicazione.
Correva l’anno 1976. Don Felder, in una casa in affitto a Malibu, componeva quella che sarebbe diventata una delle musiche più suonate di sempre: brano in bilico tra suggestioni reggae e arabeggianti, tanto che Don Henley, quando se lo vide recapitare per la stesura del testo, in un primo momento lo intitolò Mexican reggae.
L’idea del tema della canzone fu di Glenn Frey: un uomo che, stanco di vagare senza una meta nel deserto, scorge un hotel, l’Hotel California, dove decide di entrare per riposare. Il resto del testo, poi, raccoglie spunti esterni, come la recente rottura tra Don Henley e la fidanzata Loree Rodkin.

07c0d960a301915c6961e7032c005380In realtà, molteplici sono le interpretazioni del brano: lo stesso Henley in diverse interviste sottolineò l’aspetto metaforico del testo, come viaggio dell’America per il raggiungimento di una situazione di pace, ma anche come percorso individuale dall’innocenza alla consapevolezza. Il tutto basato su un gioco di contrasti tra il bene e il male, la luce e l’oscurità, la giovinezza e la vecchiaia, il sacro e il profano.
Gli Eagles, inoltre, a causa di quel testo ricevettero diverse accuse: si sosteneva, infatti, che il brano inneggiasse a Satana o persino al cannibalismo.

La canzone fu registrata tre volte: due a Los Angeles e una, la versione definitiva, a Miami. Inizialmente, né i produttori né lo stesso Felder intuirono le potenzialità del pezzo, tanto da aver bocciato la proposta di Henley di lanciarlo come primo singolo del disco: troppo lungo per gli standard radiofonici di allora. Il brano, così, lasciato integro nonostante le richieste dell’etichetta di renderlo più breve, venne lanciato come secondo singolo dell’album. Il successo fu pressoché immediato: presto la canzone raggiunse le vette delle classifiche di vendita dei singoli e garantì l’anno successivo agli Eagles la vittoria di un Grammy per il “record of the year”, vale a dire la miglior registrazione dell’anno.

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