Honor: un sogno racchiuso in una penna usb

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Ci sono storie che sembrano talmente irreali che poi, alla fine, sono successe per davvero. E quella di Honor ha tutte le caratteristiche per essere una storia da film, di quelle che “non può essere vero”, “è troppo assurdo”. Eppure, questa ragazza di origini svizzere che sognava di cantare e registrava i suoi provini all’interno della sua cameretta, ha visto realizzarsi tutto ciò che desiderava grazie a una penna usb dimenticata su un treno. Si, proprio così. Una dimenticanza che le ha cambiato la vita, perchè quella pennetta è capitata nella mani giuste: quelle di Luke, il noto Vlogger britannico “Luke is Not Sexy” che  nel 2015 ritrovò una pen-drive sul treno e lanciò un appello intitolato #namethegirl attraverso il quale invitava la proprietaria della chiavetta usb a materializzarsi. Quella chiavetta conteneva disegni, foto e alcune canzoni che avevano folgorato l’influencer al punto che lo stesso Luke si era fatto promotore di questa ricerca che non tardò a scatenare la curiosità degli inglesi (quinto trend topic twitter più alto) fino a quando, su segnalazione di un’amica, Honor (all’epoca in vacanza in UK) si riconobbe come l’intestataria delle attenzioni rivolte da quel post. Quasi incredula di fronte a tanto clamore, Honor non mancò di rispondere a Luke attraverso un video-messaggio su facebook col quale ringraziava il popolo del web e da lì partì la sua favola artistica. Presto ascolteremo il primo album di Honor, nel quale, ci assicura, “ci saranno molte sorprese”.

Abbiamo intervistato questa ragazza, che possiede una dolcezza rara e che adesso, dopo un contratto discografico e un video, Never Off, girato a Los Angeles dall’italiano Marco Prestini, è arrivata anche in Italia con il suo progetto discografico.

Come è iniziato il tuo rapporto con la musica?
Il mio rapporto con la musica è iniziato fin da quando ero bambina. Sono sempre stata abbastanza legata la mondo della musica perchè ci piaceva in famiglia ascoltare musica in casa, nei viaggi in macchina eravamo sempre molto tutti appassionati, mio papà in modo particolare. Quindi cantavo in macchina con lui e pian piano è cresciuta proprio questa passione del canto. In più, ho studiato pianoforte e lo studio tuttora da autodidatta da quando avevo 8 anni.

Come hai iniziato invece a scrivere canzoni e a capire che avresti voluto diventasse un mestiere?
Inizialmente, prima che scoppiasse tutta questa storia della chiavetta che ho perso, lo facevo solo per me. Mi è sempre piaciuto buttare giù i miei pensieri su un foglio, delle frasi. E’ partito tutto da un’aiuto per rielaborare delle cose che mi possono essere successe , che magari sono un po’ più dolorose. Scrivere per me è terapeutico, quindi di base è nato tutto così, con questo scopo.

A proposito del famoso episodio di questa chiavetta ritrovata, cosa hai pensato quando hai visto il messaggio su facebook di Luke?
Ho pensato “Mannaggia, ma sono veramente io? che fortuna “per non essere volgari  (ride, n.d.r). No davvero. è stato super inaspettato, è scontato dirlo. Non ci credevo neanche io. Però nel momento in cui vedo le mie foto, vedo quello che c’era nella chiavetta, per forza devo essere io. O ho una sosia in giro, ma la vedo dura.

Ma cosa c’era poi all’interno di questa chiavetta?dei provini che magari diventeranno canzoni che ascolteremo?
Oltre a immagini varie, puoi immaginare cosa può tenere una ragazza su una chiavetta, oltre a tanto casino perchè sono super disordinata, c’erano foto mie, e in più c’era un provino di Never off, che è diventato poi il singolo. Che è stato quello che al vlogger Luke è piaciuto molto.

Tu parli perfettamente italiano nonostante le tue origini svizzere. Com’è il tuo rapporto con l’Italia?
Io ho anche studiato in Italia, all’università, poi abito comunque vicino anche al confine, quindi assolutamente per me l’Italia è una seconda casa, mi sento una di voi in qualche modo. Poi mi piace molto l’Italia in generale, la sento vicina.

Invece il tuo rapporto con l’inglese?anche Never off è appunto scritto in inglese, quindi ti senti a tuo agio a scrivere in questa lingua immagino. 
Si, di più che in italiano devo essere sincera. Io ho sempre scritto questi miei pensieri, se così possiamo chiamarli, in inglese. Riesco ad esprimermi maggiormente in inglese su quelli che sono i miei stati d’animo. Nel momento in cui prendo un pezzo di carta e un penna piuttosto che il telefonino mi metto a scrivere in inglese. Quindi doveva nascere per forza così , non c’era quasi alternativa. E forse , posso dirlo, è stata anche una fortuna, perché nel momenti in cui Luke avesse trovato una chiavetta con del contenuto in italiano la curiosità non sarebbe stata così forte.

C’è qualcuno o qualcosa che ti ispira in modo particolare?un artista che hai come punto di riferimento per il modo di cantare o comporre?
Sono molto vicina a Jessie Ware, e molti artisti vicini alla scena indie, che è quella più vicina a me e che mi ha sempre un po’ ispirato e della quale sento di fare parte. Alcune canzoni nascono proprio da una mia necessità di tirar fuori qualcosa che ho dentro,rielaborare qualcosa,  in particolare Never off. Altre invece sono proprio dei pensieri che magari mi vengono in altre situazioni. Principalmente io scrivo quando magari non sono momenti proprio negativi, quindi riesco più ad aprirmi e a scrivere.

Conosci la musica italiana?apprezzi qualche artista in modo particolare?
Si, molto. Quando ero piccola mio padre ascoltava soprattutto quelli che sono i cantautori italiani, quindi da Battisti a Morandi. Capita che li ascolti tuttora, e trovo ci siano degli artisti molto validi anche adesso.

Sei una delle poche emergenti che non ha valutato la strada del talent, probabilmente perché non è stato necessario. L’avresti presa in considerazione?
No, nel senso che comunque il rapporto che ho con la musica è più intimo, se possiamo definirlo così. Automaticamente, è molto lontano da quello che è il mondo dei talent. Non penso che avrei scelto quella strada, anche perché era tutto talmente inaspettato che non mi ero neanche soffermata. Però adesso, col senno di poi, dico comunque no.

Molto singolare è anche il fatto che tu scriva le tue canzoni. Sappiamo che, soprattutto per un genere internazionale come il tuo, di solito ogni artista ha una serie di autori che scrivono i pezzi, invece tu no. 
Ovviamente c’è anche un lavoro del mio staff dietro, i miei produttori. Però di base le canzoni partono da me. Ed è una cosa che voglio continuare a fare.

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Un diploma di Liceo Scientifico che però mi ha portato ad una laurea in Lingue e Letterature straniere. La musica e la letteratura sono sempre state la colonna portante della mia vita in ogni loro sfumatura. Sognatrice ostinata ma realista al punto giusto.

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