San Siro, da Vasco e il Boss a… Van De Sfroos. Era proprio necessario?

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Se non fosse che è tutto vero penseremmo ad un pesce d’aprile fuori stagione. Eppure quando ci siamo trovati davanti la notizia dell’annuncio del concerto di Davide Van de Sfroos a San Siro è stata la prima cosa che abbiamo pensato. Così, dopo una rapida ricerca e appurato che è tutto vero, ci troviamo qui a scriverne.
La notizia è che il cantautore laghèe aprirà stasera la stagione dei concerti nello stadio milanese.

A questo punto chi vi scrive sente come necessario il dovere di fare qualche considerazione: quale necessità spinge Van De Sfroos a passare da concerti in location tutto sommato normali, come piazze e teatri, direttamente al più grande stadio italiano? Che senso ha voler utilizzare uno spazio enorme come lo Stadio di San Siro per un concerto che, stando ai biglietti in vendita, riguarderà poche migliaia di presenti perchè sono in vendita solamente il prato e il primo anello? Non sarebbe stato molto più logico farlo al Mediolanum Forum di Assago? C’è forse qualche smania negli artisti nel poter arrivare a dire «ho fatto un concerto a San Siro» anche sfruttandone un sesto della capienza totale? Anche, a volte, regalando migliaia di biglietti per poterlo riempire (vedi i casi di Antonacci, Negramaro e Pausini)?

Certo, viene da sorridere a leggere la lista dei nomi di chi ha suonato qui nel corso degli anni: la storia, si sa, parte dal lontano 27 giugno 1980, giorno dello storico concerto di Bob Marley, seguito due settimane dopo dal primo italiano in assoluto a riempire San Siro, Edoardo Bennato coi 60.000 del 13 luglio dello stesso anno (all’epoca il terzo anello ancora non esisteva).
Andando avanti negli anni si passa per le decine di repliche di Vasco Rossi e Ligabue, show memorabili targati Rolling Stones e U2, tanto per citare un paio di nomi, fino all’amore sconfinato del Boss, Bruce Springsteen, per questo stadio e per la sua atmosfera, tanto da portarlo ogni volta a scrivere una nuova pagina della sua storia musicale.
Poi più si scorre avanti nel tempo e nei nomi e più la nomea di “tempio del rock” concesso a poche superstar si perde e sembra diventare un semplice obiettivo, una casellina da smarcare nella carriera di un artista o di una band, anche se poi alla fine non viene riempito o per farlo bisogna stampare omaggi su omaggi.
Però che importa? Per il prestigio di appuntarsi la medaglietta al petto e poter dire “io ho suonato a San Siro” sembra che possa valere tutto.
E allora va bene pure dover sopportare l’idea che perfino i Modà abbiano suonato qui. E quindi se ci hanno suonato loro ben venga Van de Sfroos, che anche se ha un seguito minore, ha sicuramente una valenza artistica e culturale molto più elevata.
Di certo speriamo un domani di non dover leggere “Benji e Fede live a San Siro”. Ecco, lì il nostro cuore potrebbe non reggere.

P.S. Quello di Van De Sfroos è stato il concerto numero 100 a San Siro: cliccando qui trovate l’elenco di tutti i concerti

2 COMMENTI

  1. Da cauboi (nome dei fan ispirato da una canzone) oramai 15 anni posso provare a rispondere alla domanda su “perche’ San Siro”.

    Bhe, per noi popolo che per anni ha seguito DVDS in sagre/sagrette, concerti in tendoni, fabbriche, sottoscala e’ l’apice di un percorso. Per noi i concerti ad Assago furono letteralmente delle adunate per potere vedere quanto imponente fosse la nostra presenza, che nei concerti estivi Brianzoli veniva spesso ridotta a poche migliaia in virtu’ dei tanti eventi vicini, sia cronologicamente che geograficamente. Era anni che, nel nostro piccolo, cullavamo il “sogno” di una adunata a San Siro per vedere i cauboi del Lago e dintorni invadere la Urbs Mediolanensis e rivendicare la nostra emancipazione sia territoriale che muscaile.

    Davide ha sempre fatto le cose a piccoli passi, senza mai cercare la notorieta’ a tutti i costi (andando pure a Sanremo con una canzone molto light e senza rinunciare al dialetto). La necessita’ di San Siro viene dal fatto che, oramai, i numeri sono tali da permettere questa adunata. Tra l’altro e’ proprio notizia di ieri che hanno aperto le vendite al Secondo Anello, ad indicare che il popolo ha risposto bene 🙂

  2. 1) posso sapere quanti biglietti omaggio risultano all’articolista? è una mia pura curiosità, e sarebbe divertente scoprire che il “business” è stato fallimentare perché, tra affitto e biglietti omaggio, davide & c. hanno speso più di quanto hanno incassato.
    2) posso sapere se davide (o chi per lui) ha pagato l’affitto dello stadio? se l’ha pagato, allora scegliere san siro sono affari suoi e di chi è andato ad ascoltarlo; non mi risulta che i vari “boss”, u2 ecc. ed i loro milioni di fans abbiano il diritto di impedire questa scelta a noi, pochi sfigati che abbiamo gusti musicali (e POETICI) diversi.
    3) molto spesso la quantità fa a pugni con la qualità.

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