Sal Da Vinci: un italiano di Napoli tra musica e sentimenti

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Passionale, vibrante, lo spettacolo “Un italiano di Napoli” in scena al teatro Augusteo, scritto a quattro mani da Sal da Vinci e Alessandro Siani, è un carico di emozioni che porta lo spettatore nella dimensione del sogno musicale. Una fabbrica dei sogni sorvegliata dall’attore Lello Radice che ha chiuso i battenti.
L’anima di Napoli, impersonata dal bravissimo Davide Marotta, che lotta con le unghie e con i denti contro i pregiudizi. Italia, che ha i delicati lineamenti di Lorena Cacciatore, che non riesce più ad emozionarsi.
Al centro della scena Sal da Vinci, in bilico tra il difendere le proprie radici e far ripartire la fabbrica dei sogni. Unico rimedio la musica, vera protagonista dello show che riesce a far emozionare, ballare e riflettere. Tutto arricchito dalla presenza di eccellenti acrobati, ballerini e cantanti.
Ad aprire il primo tempo sono le canzoni tratte dal nuovo disco “Non si fanno prigionieri”: l’energia di “D’istinti e di cuore”, la profonda “Qualcuno che mi ami”. Poi un breve percorso all’indietro con “Mercante di Stelle” e un medley di canzoni tratte dallo spettacolo “Stelle a metà”. Altri brani nuovi sono “Dettagli” e “Puri Diamanti” che, come quasi tutte le canzoni del nuovo lavoro discografico, brillano della collaborazione con Renato Zero. A confermare quest’amicizia musicale è la versione di “Più su” accompagnata da una splendida coreografia.
Tris d’assi del passato sono “Io vivrò senza te”, “Occhi di ragazza” e “Se bruciasse la città” racchiusi in un unico gioiello musicale e messe in risalto dalla voce dell’interprete.
La musica alterna arrangiamenti pop, rap con melodie vagamente spagnoleggianti. Un fusione musicale che echeggia quella storica raccontata da Italia mentre scende, in abito rosso, per descrivere i trascorsi di un paese che ha conosciuto momenti di splendore e si difende da chi vuole sporcarla, maltrattarla, seguita dalla toccante dedica “Bella Italia”. Un acrobata volante e un ballerino accompagnano la struggente “Amico che voli”.
Il secondo tempo si apre nel segno della nostalgia con “Non riesco a farti innamorare più di me” con cui Sal da Vinci partecipò al Festival di Sanremo. Nostalgia di una foto quando ci voleva tempo per averla tra le mani, di un telefono che era un atto di coraggio per relazionarsi con gli altri. Altro tris d’assi musicale ma questa volta tutto partenopeo: “che suonno”, “Spingule francese” e “Comme facette mammeta” a cui va aggiunta l’unica canzone perfetta per una dedica d’amore: “Tu si ‘na cosa grande”.  Altra dedica toccante è quella al padre Mario da Vinci con un duetto a distanza sulle note di “Preghiera a’ na mamma”. Le emozioni sono un fiume in piena e Italia ritorna conoscere quali sono i sentimenti veri. Gli ingranaggi della fabbrica possono ripartire e si può tornare a sognare sulle note di “ ’A città ‘e Pullecenella” tra un calcio ad un pallone e i panni stesi ad asciugare.

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