A Bolzano un omaggio a Gianmaria Testa

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Da questa parte del mare – Omaggio a Gianmaria Testa è il titolo provvisorio del work in progress che è andato in scena al Teatro Cristallo di Bolzano. Un tributo a chi purtroppo non c’è più e al suo disco forse più significativo, un album a cui Gianmaria ha lavorato ben dodici anni prima di licenziarlo nel 2006.
A dieci anni dall’uscita è stato pubblicato il libro omonimo, edito dalla Einaudi, che il cantautore piemontese non è riuscito a vedere in libreria, stroncato da un male che non gli ha lasciato scampo. Un libro importante, dedicato alla moglie Paola, che ne ha curato la pubblicazione nel doppio ruolo di compagna di una vita e produttrice artistica. La prefazione è dell’amico Erri De Luca, indimenticabile compagno di avventura assieme a Gabriele Mirabassi in quel Don Chisciotte e gli invincibili, nato un po’ per caso e che ha fatto registrare innumerevoli repliche nei principali teatri italiani.
Ed è proprio attorno al libro che si snoda il reading condotto dall’attore e amico Giuseppe Cederna, l’indimenticabile soldato Farina di Mediterraneo e autore di un’apprezzata serie di libri dedicati al viaggio. Cederna non si limita a leggere le pagine scritte da Gianmaria, le interpreta da par suo e sa emozionare il pubblico di estimatori che si sono raccolti per l’occasione in un teatro che in più occasioni ha ospitato i concerti del cantautore cuneese.
Il racconto si snoda partendo dalle canzoni, ogni brano una storia diversa, così scopriamo che Rrock era il nome del violinista albanese conosciuto sul palco di Alessandria e poi morto in un incidente stradale a cui Gianmaria ha assistito ignaro. La splendida Il passo e l’incanto racconta la delicata storia d’amore tra l’africano Tino e una donna sconosciuta, di cui perde le tracce giunto a Lampedusa dopo un viaggio della speranza sulle onde del Mediterraneo.
Ma c’è anche lo spazio per la leggerezza di Al mercato di Porta Palazzo, strano “caso di sgravidamento sul suolo pubblico comunale”: la storia di una nascita nella confusione di un mercato, al ritmo di un brano profondamente deandreiano.
In tutto questo la presenza di Gianmaria si avverte eccome: attraverso la sua voce, le sue canzoni, le sue fotografie. Un modo per nulla retorico per ricordare non solo un grande della canzone d’autore italiana, ma una gran bella persona: seria, dritta, aperta al dubbio e all’altro.
Ci manca già Gianmaria, siamo tutti un po’ orfani di un’artista che ha saputo raccontare con poesia e misura la realtà che lo circondava. Un’artista che ha lasciato a malincuore il proprio lavoro di capostazione, di cui andava fiero e orgoglioso, per conquistare i palchi italiani ed esteri. I francesi l’hanno apprezzato e amato prima di noi e forse non è un caso che di fronte ai grandi artisti noi italiani si arrivi sempre un po’ dopo. Cederna chiude un’ora e mezza di rara intensità con una poesia dello stesso Gianmaria: “La Bellezza esiste e non ha paura di niente neanche di noi la gente”.

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