Il Muslim Ban di Trump impedisce l’ingresso negli Stati Uniti ad un Premio Oscar

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Tutti noi, da quell’infausto 8 Novembre 2016, giorno in cui Donald Trump è stato eletto 45° Presidente degli Stati Uniti d’America, ci siamo domandati “Ma farà sul serio?”. Dobbiamo ammettere che la risposta non ha tardato ad arrivare: Fa sul serio. Molto sul serio. Troppo sul serio.

Sono passati solo nove giorni dal suo insediamento ed è stato chiaro fin da subito quale sarà la piega che prenderà la sua politica nei prossimi quattro anni: lo smantellamento dell’Obamacare ed il via alla costruzione del muro che separerà il Messico dagli Stati Uniti sono solo i primi indizi di quel che sembra essere uno scenario inquietante. Ma quel che più spaventa è il “Muslim Ban”: un decreto inaugurato il 27 Gennaio, durante la giornata della memoria (da notare l’ironia), e che consiste nel blocco dell’accoglienza ai profughi, la priorità solo ai rifugiati cristiani ed il divieto di ingresso per quattro mesi a qualsiasi cittadino libico, iraniano, iracheno, somalo, sudanese e yemenita.

Ed oggi una nuova notizia: Asghar Farhadi, regista candidato all’Oscar per il miglior film straniero con Il Cliente e già premiato nel 2012 per Una separazione, non potrà partecipare alla serata della premiazione, proprio a causa del “Muslim Ban”.

Molto dura la risposta dell’Academy che con un comunicato ha detto: L’Academy celebra i grandi risultati nell’arte cinematografica, che ha come obiettivo il superamento dei confini per parlare al pubblico di tutto il mondo, senza differenza di nazionalità, di etnia o di religione. Come sostenitori dei cineasti – e dei diritti umani di tutte le persone – in tutto il mondo, troviamo inquietante il fatto che Asghar Farhadi, il regista del film iraniano vincitore dell’Oscar Una Separazione, assieme al cast e la troupe del film nominato all’Oscar di quest’anno Il Cliente, possano subire il divieto di ingresso nel paese a causa della loro religione e del paese da cui vengono.

Taraneh Alidoosti, protagonista del film, ha fatto sapere, tramite il suo profilo twitter, che non parteciperà alla cerimonia.

Di origini torinesi, ma trapiantato ormai da diversi anni in quella magnifica terra che ha dato i natali ai più grandi musicisti italiani, l'Emilia. Idealista e sognatore per natura, con una spiccata sindrome di Peter Pan e con un grande amore che spazia dal Brit rock passando per quello a stelle e strisce, fino ai grandi interpreti italiani. Il tutto condito da una passione pura, vera e intensa per la musica dal vivo.

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