Quattro anni fa, il 30 marzo 2013, ci lasciava Franco Califano, il cantore delle borgate romane, un precursore della vita spericolata. Er Califfo, come lo chiamavano i fan, aveva continuato a cantare fino all’ultimo. Meno di due settimane prima di morire, il 18 marzo si era esibito al Sistina di Roma, qualche giorno dopo, il 4 aprile, avrebbe dovuto iniziare un nuovo tour da Porto Recanati. Scelte dovute non solo a fattori artistici, ma dettate da un disperato bisogno di denaro: in quasi 50 anni di carriera Califano ne guadagnò tanto, ma lo sperperò in tutti i modi possibili, al punto da invocare, nel novembre del 2010, aiuto allo Stato attraverso l’applicazione della “legge Bacchelli”.
Quando morì nella sua casa di Acilia, Er Califfo aveva 74 anni. Se sotto l’aspetto economico lasciò un mucchio di debiti, l’affitto non pagato e la linea del telefono staccata, artisticamente ha lasciato un’eredità dal valore indicibile, decine di canzoni che resisteranno all’usura del tempo. Molti dei suoi capolavori li ha affidati ad altri intrepreti, e credo che il modo migliore per ricordarlo sia riascoltarne uno…
Minuetto cantata da Mia Martini
La nevicata del ’56 cantata da Mia Martini
La musica è finita cantata da Ornella Vanoni
Una ragione di più cantata da Ornella Vanoni
E la chiamano estate cantata da Bruno Martino
Amanti di valore cantata da Mina
Un grande amore e niente più cantata di Peppino Di Capri
Semo gente de borgata cantata dai Vianella
Le notti d’agosto cantata da Loretta Goggi
Le ali della gioventù cantata da Caterina Caselli
Che strano amore cantata da Caterina Caselli
Un po’ di te cantata da Caterina Caselli
Un tempo piccolo cantata dai Tiromancino