Gli Ex-Otago hanno avuto molto coraggio: “StraMarassi” è una figata

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StraMarassi
di Ex-Otago
Universal Music

Avevamo lasciato gli Ex-Otago con Marassi, un disco nato con il preciso obiettivo di spiegare alla propria terra, Genova, che di De André ce n’è stato solo uno e che piuttosto che emularlo, sarebbe stato meglio raccontare altre strade e altri quartieri.
E mentre tutto il movimento indie si è mescolato con il mainstream, loro hanno raggiunto un successo (forse tardivo) molto più tangibile dei dischi precedenti e hanno deciso di ripartire da Marassi, ma in una versione potenziata tesa a mischiare ancora di più le carte in tavola sui dibattiti di genere.

Carucci e soci hanno chiamato a raccolta tanti artisti (ci sarebbero dovuti essere anche Cosmo e Calcutta, hanno dichiarato in conferenza stampa) che hanno aggiunto i loro versi a quelli originali. Hanno portato i loro prodotti locali nel quartiere degli Ex-Otago e dato origine a una contaminazione che non ha assolutamente svalutato il lavoro. Anzi, in alcuni casi non sono mancati i miglioramenti.
Vedi Ci vuole molto coraggio, forse il brano più debole del disco (ad averceli brani deboli così, in un album!) rianimato da un Caparezza in straordinario stato di forma. L’artista di Molfetta ha lasciato per un momento in sospeso il lavoro del suo album e ha accompagnato la band in Puglia per il video del prossimo singolo, scrivendo versi frizzanti e quasi facili per uno abituato da sempre a giocare sulla linea del coraggio.

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E su questa linea ci hanno giocato molto anche gli Ex-Otago nella scelta delle collaborazioni. L’idea è nata dall’atipico connubio con Jake la Furia ne Gli occhi della luna. Da lì Carucci, che del rap pare essere innamorato, ha cercato di unire i due linguaggi, coinvolgendo nel suo quartiere genovese anche Mecna e Willie Peyote.
Ma in StraMarassi non c’è solo questo. C’è il coraggio di prendere un pezzo come Cinghiali incazzati – forse il migliore del disco – e riscriverlo da capo con Dario Faini dei Dardust (se non conoscete questo interessantissimo progetto, recuperate immediatamente). La bomba pop di Marassi è stata trasformata in piano e voce e questo basta per spiegare come sia un disco talmente vivo da poter subire senza traumi operazioni così camaleontiche.

Non sono mancate le donne: in StraMarassi c’è la sublime voce di Marianne Mirage e c’è quella di Levante, che come Caparezza ha voluto collaborare nonostante un disco in fase di realizzazione. Segno che un lavoro come Marassi ha colpito e che restarne fuori sarebbe stato impossibile.

C’è una collaborazione che è riuscita meglio delle altre, però, ed è quella con Eugenio Finardi. Nella canzone in cui i giovani di oggi si ribellano davanti al mantra dei più anziani secondo cui non valgono un cazzo, gli Ex-Otago non hanno scelto una nuova leva della musica, ma un grande artista che di anni ne ha 64. Il milanese è entrato con carismatica prepotenza nel pezzo (“Noi il mondo lo abbiamo mangiato, arrotolato e poi fumato; abbiamo rotto tutte le regole, ce lo siamo consumato e adesso a voi lasciamo l’onore di assistere a una grande estinzione di massa”) e quasi provocatoriamente si è unito a loro, dopo aver fatto le loro stesse battaglie, per dire che non valgono un cazzo. Un ossimoro decisamente azzardato, ma emblema puro del coraggio che gli Ex-Otago hanno avuto nella scelta degli artisti che hanno messo lo zampino su StraMarassi.
E ce ne vuole molto di coraggio per replicare con altrettanto successo un disco così bello.

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