Overbooking: come funziona, come evitarlo e i diritti del passeggero

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Arriva l’estate, i voli si riempiono, e si torna a parlare di overbooking.
Aveva fatto scalpore tempo fa la notizia di un passeggero di un volo della United Airlines veniva portato via di peso dalle forze dell’ordine da un volo in servizio da Chicago a Louisville.
È tornato di nuovo alla ribalta in questi giorni, dopo che “vittima” del sorteggio per scendere dall’aereo è stata la nota scrittrice Chiara Gamberale.
A prescindere dalla brutalità della modalità, questo evento ha acceso di nuovo i riflettori su una pratica usata quotidianamente dalle compagnie aeree: l’overbooking.

In che cosa consiste l’overbooking?

La pratica di “sovraprenotazione” consiste nell’accettare prenotazioni oltre il numero di posti realmente a disposizione sull’aereo. Questo viene fatto considerando la probabilità che al momento dell’imbarco alcuni passeggeri non si presentino. I motivi possono essere svariati: annullamento o cambio di prenotazione prima del volo, mancata presentazione al check-in (in gergo tecnico definita no-show), o mancata coincidenza da un volo precedente.
La prenotazione, quindi, non assicura la disponibilità del posto. Solo l’operazione di check-in e la successiva emissione della carta d’imbarco con l’assegnazione del posto, fa sì che abbiamo la (quasi) certezza di partire.

Ancora differente è il caso dei biglietti per i dipendenti (staff tickets) o biglietti emessi con sconti particolari. In questo caso il passeggero si imbarca solo quando tutti gli altri hanno effettuato il check-in, e sia stata verificata l’effettiva disponibilità di posti sull’aeromobile.
Può capitare, inoltre, come successo proprio nel caso del volo United, che un equipaggio di volo sia costretto ad imbarcarsi su un aereo per fare riposizionamento (must-go). Questo succede perchè quel personale il giorno successivo prenderà servizio da quell’aeroporto, costringendo quindi la compagnia a dover sacrificare qualche passeggero per far posto ai propri dipendenti.

È legale la pratica dell’overbooking?

Certamente. Per questo le compagnie ne fanno largo uso, traendone un ritorno economico importante.
Nella maggior parte dei casi non ci sono imprevisti. Solitamente accade perchè non vengono venduti così tanti biglietti, ma spesso può essere anche perchè a causa di un motivo qualsiasi il volo riesce a partire senza problemi, anche se sono stati venduti più biglietti rispetto ai posti effettivamente disponibili.
Ogni compagnia aerea nel corso degli anni, monitorando i flussi di traffico sulle varie rotte del proprio network, riesce a vedere e quindi a prevedere la percentuale di effettivo riempimento dell’aereo. In base a quello stabilisce il numero di posti da vendere oltre la capienza massima.

EasyJet, ad esempio, spiega che l’anno scorso quasi 3 milioni di passeggeri non si sono presentati al momento dell’imbarco.
Per permettere quindi alla compagnia di mantenere i prezzi bassi, a volte può capitare che le compagnie vendano un numero più alto di posti sul volo, nel caso in cui ci siano alte probabilità che i passeggeri non si presentino.
Questa valutazione viene effettuata in base allo storico di ogni volo e analizzando ciò che si è verificato in precedenza.

Facciamo un esempio pratico.
La compagnia aerea Spettakolo! usa come hub principale l’aeroporto di Roma. Lì fa convogliare i passeggeri dal resto dell’Europa per poi imbarcarli su aerei di medio e lungo raggio.
È più probabile, quindi, che la nostra compagnia pratichi overbooking sulle rotte in partenza dal grande hub. Sia perchè è più facile che per qualche ritardo qualcuno possa perdere una coincidenza, ma anche perchè, con la quantità di voli in partenza dallo scalo maggiore, un’eventuale riprotezione su un volo successivo è meno complicata ed onerosa.

Possiamo riuscire ad evitare l’overbooking?

Tecnicamente no, in quanto al momento dell’acquisto di un biglietto aereo, quando clicchiamo su “accetta termini e condizioni”, stipuliamo un contratto con la compagnia aerea. In questo c’è sempre una clausola che prevede e descrive la pratica dell’overbooking.
Chi rischia di più è chi viaggia in Economy o chi aspetta l’ultimo minuto per fare il check-in. In questo caso si potrebbe rischiare di non trovare più posti disponibili.
Inoltre alcune compagnie hanno un software che decide chi lasciare a terra sulla base di parametri come la frequenza dei loro voli, il loro avere o meno una coincidenza da prendere o la presenza di voli successivi per la stessa destinazione su cui riproteggere chi è costretto a sbarcare.

Ci sono però alcuni accorgimenti che si possono seguire per ridurre al minimo la possibilità di incappare nella spiacevole situazione di vedersi negato l’imbarco. Tra questi fare il check-in il prima possibile, appena viene reso disponibile sul sito della compagnia aerea, oppure possedere la tessera di frequent flyer del vettore con cui si viaggia, anche se non siete viaggiatori abituali.

Cosa può fare un passeggero che si vede negato l’imbarco o costretto a dover sbarcare causa overbooking?

L’ENAC, Ente Nazionale per l’Aviazione Civile, nella Carta dei diritti del passeggero, ci spiega passo passo ogni procedura.
In caso di negato imbarco la compagnia aerea deve verificare in un primo momento se vi siano, tra i passeggeri, dei volontari disposti a cedere il proprio posto in cambio di benefici da concordare.
Se non ci sono volontari, come stabilito dall’art. 4 del Reg. (CE) n. 261/04, il passeggero cui viene negato l’imbarco ha diritto a:
compensazione pecuniaria: l’ammontare della compensazione pecuniaria dovuta ai passeggeri dipende dalla tratta aerea (intracomunitaria o extracomunitaria) e dalla distanza in Km percorsa. Per le tratte intracomunitarie si ha diritto a 250 € per distanze inferiori o pari a 1500 km, oppure a 400 € se superiori a 1500 km. Per le tratte extracomunitarie la compensazione ammonta a 250 € su distanze inferiori o pari a 1500 km, a 400 € tra 1500 e 3500 km, infine a 600 € se superiori a 3500 km.
– alla scelta tra: rimborso del prezzo del biglietto per la parte del viaggio non effettuata, imbarco su un volo alternativo quanto prima possibile in relazione all’operativo della compagnia aerea, oppure imbarco su un volo alternativo in una data successiva più conveniente per il passeggero.
assistenza: pasti e bevande in relazione alla durata dell’attesa, sistemazione in albergo (nel caso in cui siano necessari uno o più pernottamenti per il riavvio quanto prima possibile in relazione all’operativo della compagnia aerea), trasferimento dall’aeroporto al luogo di sistemazione e viceversa, due chiamate telefoniche o messaggi via telex, fax o posta elettronica.

A volte può tornare anche comodo…

In definitiva, non dobbiamo avere paura dell’overbooking. Le statistiche parlano di 9 passeggeri a cui viene negato l’imbarco ogni 10.000. Inoltre questa pratica ci consente di acquistare biglietti a prezzi più bassi.
Guardiamo poi il lato “positivo”: se non si hanno impegni urgenti, rimanere a terra può anche essere economicamente vantaggioso…

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