Mattie Do, la regista delle prime volte al Far East Film Festival

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C’è la Thailandia, che tutti conosciamo come meta turistica colorata e ambitissima fra noi occidentali. C’è il Vietnam, che conosciamo come protagonista di una pagina drammatica della storia, nonché di numerosi film statunitensi che rielaborano il lutto proprio. E poi, fra queste due nazioni dal peso imponente, c’è il Laos, che molti conoscono solo di nome.
Gli abitanti di questo paese potrebbero occupare l’intera città di Londra, senza nemmeno riempirla tutta. Appena 6 milioni di abitanti, per la maggior parte agricoltori, popolano questa sconfinata fetta di terra. La sua produzione cinematografica è particolarmente esigua, contando una manciata risicata di film.

Eppure, il Laos ha fatto finalmente il suo debutto alla 19esima edizione Far East Film Festival di Udine, la più importante rassegna cinematografica in Europa dedicata al cinema asiatico. Ad importare ed accrescere il know-how creativo del Laos ci ha pensato un regista laotiano, che di cinema ne deve aver respirato a pieni polmoni là, in quel di L.A., la culla del cinema americano.

Una particolarità di per sé, ma ciò che stupisce ancora di più nell’ambito di un panorama registico globale segnato da presenze perlopiù maschili, è che Mattie Do, il regista in questione, è una donna. Un’emigrata di seconda generazione, che dopo aver lavorato come make-up artist in produzioni europee ed americane, ritorna nel 2010 in una patria mai vissuta realmente. È qui che inizia la sua avventura vera e propria come regista, l’unica regista donna in tutta Laos.

La sua carriera nel cinema laotiano è solo agli inizi: Mattie è consulente della società di produzione Lao Art Media, con la quale ha prodotto e co-prodotto tre film, di cui due interamente diretti da lei. Il suo debutto come regista con Chanthaly segna un en plein delle prime volte: non solo è il suo primo film, ma anche il primo film horror ad essere stato scritto e girato nel Laos, oltre che il primo film laotiano girato da una donna.

Ed ora eccola qui, di nuovo pioniera in terra straniera, con la prima partecipazione del Laos al festival di Udine, dove presenta la sua ultima fatica, Dearest Sister. Un nuovo film horror che sperimenta con il soprannaturale inquietante: un cast quasi tutto al femminile, che interpreta una storia incentrata su una ragazza e sua cugina, affetta da una cecità degenerativa che le permette di comunicare con i morti.

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