Francesco Gabbani: «Magellano è il mio concept album sul viaggio interiore»

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Uscirà domani, 28 aprile, Magellano, nuovo album di Francesco Gabbani, vero artista del momento che, con la sua Occidentali’s karma, ha battuto ogni record.
«Abbiamo deciso di usare questo titolo perché Magellano rappresenta il coraggio di andare oltre la sicurezza e la certezza della nostra vita», ha raccontato Francesco. «Le tracce di questo album sono le tappe di un viaggio che spero aiuterà gli ascoltatori a osservare ciò che ci circonda da una prospettiva diversa. Uno sguardo verso l’ignoto che ci circonda ma che, soprattutto, è dentro di noi. Una sorta di concept album non voluto».

Un disco che arriva a distanza di oltre due mesi dalla vittoria a Sanremo, un lusso in un periodo in cui i ritmi della discografia sono così frenetici: «Abbiamo iniziato a lavorare concretamente all’album a settembre dello scorso anno, ma la scrittura dei pezzi è frutto di quello che io e i miei collaboratori abbiamo vissuto nel 2016, un anno per me molto importante iniziato con la vittoria a Sanremo Giovani». Un “ritardo” che ha fatto storcere il naso a non poche persone, che hanno accusato Gabbani prima di poco pragmatismo, poi di aver ultimato un album in fretta e furia: «C’è una canzone del disco che s’intitola Pachidermi e pappagalli e che parla proprio del concetto di complottismo. Avrei potuto aggiungere la frase “Gabbani non aveva il disco pronto / Non si aspettava di vincere a Sanremo”. Non sono riuscito a pubblicare l’album per Sanremo per il poco tempo a disposizione: ho terminato il tour a settembre, quindi sono entrato in studio di registrazione per la colonna sonora del film Poveri ma ricchi di Fausto Brizzi. Poi non ci siamo fatti prendere dalla foga: il tempo che abbiamo impiegato per ultimare il lavoro era quello necessario. La data di uscita l’abbiamo decisa a disco chiuso, nel momento in cui eravamo soddisfatti dell’album. È un disco piuttosto breve, visto che si compone di 9 canzoni dalla durata complessiva di appena mezz’ora. Ma non perché avessimo povertà di brani, ma perché credevamo che quelli scelti fossero la giusta sintesi di quello che è Francesco Gabbani. Credo che sia una tracklist godibile, forse persino in grado di invogliare l’ascoltatore a riascoltare il disco una volta giunti al termine».

Concetto che si ripete per quanto riguarda il live: «Non ho intenzione di tenere dei concerti lunghissimi perché persino io, che mi voglio molto bene e mi considero un artista fantastico, dopo un po’ mi annoierei. Canterò le canzoni dei miei due ultimi album e altre tratte da Greatest Hits. Suonerò molto, essendo polistrumentista, e ballerò: il risultato sarà a metà tra il rock’n’roll e una performance teatrale».
Un Gabbani a tutto tondo che presto vedremo al concerto del Primo Maggio («Principalmente ci andrò perché è uno dei palchi più ambiti per qualsiasi musicista, e poi in quanto cittadino italiano, e quindi sostenitore dei diritti, anche se non amo entrare nel merito politico»), e poi come conduttore degli MTV Music Awards («Attualmente mi interessa solo fare musica, ma non escludo che un domani possa aprirmi anche ad altre opportunità»).

Ancora, una battuta sui “fedeli compagni” che hanno lavorato al disco: «Questo album porta il mio nome e il mio volto, ma in realtà è il frutto di una collaborazione che va oltre il fattore puramente professionale con Fabio Ilacqua, Luca Chiaravalli e mio fratello Filippo Gabbani».

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Quindi, il Gabbani europeo, pronto a lanciare la versione internazionale del suo Magellano: «La progettualità è nata in corsa, durante gli incontri in preparazione dell’Eurovision. Mi sono reso conto di avere un supporto molto importante all’estero, che non mi aspettavo, quindi ho deciso di provare a farmi conoscere anche fuori dall’Italia. Il disco non è stato tradotto, perché voglio mostrare la mia italianità, ma cambieranno copertina, titolo (Magellan) e ci sarà un brano in più: Amen». Quanto all’Eurovision, le speranze ci sono, ma Franesco preferisce non sbilanciarsi troppo: «Se è vero che la delusione è direttamente proporzionale alle aspettative, preferisco godermi questa esperienza come verrà. Sul palco di Kiev porterò anche la scimmia, perché mi sembra giusto mostrare al pubblico europeo un aspetto che ha tanto divertito in Italia. Però, finita quell’esperienza, spero di continuare a farmi conoscere per altri motivi».

Ma prima dell’Eurovision c’è la promozione del disco, con il nuovo singolo: Tra le granite e le granate. «È un brano che, come spesso accade con la mia produzione, a un ascolto superficiale sembra divertente, ma che in realtà si caratterizza per un sottotesto piuttosto critico. Il significato è: siamo tutti vittime di un desiderio sfrenato di trovare a tutti costi il divertimento».

Infine, una battuta su un successo così repentino e di una portata così vasta: «Per “difendermi” da tutto quello che è successo, continuo a vivere in maniera molto naturale, senza pormi troppi problemi. La mia fortuna è stata quella di arrivare alla fama in un momento in cui la mia personalità si era già formata, non essendo più un ragazzino; quindi continuo a essere quello che sono, vivendo con gioia quanto mi sta succedendo, ma senza soffrire il dualismo tra musica e vita privata. Quanto al successo di Occidentali’s karma, la osservo come se ora avesse una vita propria, e questo comprova il fatto che le canzoni non siano di chi le scrive ma di chi le ascolta e le fa sue».

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