Ilaria Cretaro: «Dal mio incontro con Beppe Carletti ad “Angelo della notte”»

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I Nomadi, ma in particolare Beppe Carletti, da sempre han voluto dedicare parte della loro popolarità alla scoperta di nuovi talenti, producendoli e cercando di aprir loro le giuste porte, dandogli la possibilità di provare a spiccare il volo. E’ celebre, per fare un esempio, la storia di Zucchero che, da perfetto sconosciuto, fu presentato ai dirigenti EMI come cugino di Beppe Carletti.

L’ultima scoperta di Beppe è Ilaria Cretaro, una ragazza di 22 anni della provincia di Frosinone, che ha debuttato sul mercato lo scorso 24 marzo con Angelo della notte, suo primo singolo, registrato allo studio Sant’Anna di Castelfranco Emilia e prodotto, appunto, dal tastierista dei Nomadi.

Qual è il tuo percorso artistico? Come ti sei avvicinata al canto?

Io sono figlia di un musicista quindi, come puoi immaginare, la musica nella mia vita è stata sempre presente. Personalmente mi sono sempre ispirata a tutte quelle cantanti che ancora oggi riescono a coinvolgere migliaia di persone: Giorgia, Fiorella Mannoia, Elisa. Amo molto la grinta e la forza di Laura Pausini, ma la mia passione più grande sono i Queen o Tina Turner, artisti che sono dei grandi animali da palcoscenico.
Per quanto riguarda i miei studi, ho iniziato un percorso scolastico a 10 anni, percorso che sto portando avanti tutt’ora con tanto sacrificio, ma come sappiamo non si finisce mai di imparare. In più ci sono stati diversi concorsi che hanno “segnato la mia carriera”, se così si può dire, e tra i più importanti citerei il Cet di Mogol, un’esperienza strepitosa che mi ha cambiata, mi ha formata e mi ha permesso di vivere con persone che, come me, si nutrono di questa grande passione. Da lì poi ho conosciuto Beppe Carletti, ormai 5 anni fa, che senza dubbio è l’incontro più fortunato che mi potesse capitare perché con lui, oltre ad instaurare un rapporto stupendo di amicizia, abbiamo concretizzato questo progetto con Angelo della notte, il mio primo singolo che è uscito ormai il 24 marzo.

Raccontaci un po’ di Beppe Carletti e dell’incontro con lui.

Ho conosciuto Beppe 5 anni anni fa ad un suo concerto. In quell’occasione gli consegnai un mio disco sperando che lo ascoltasse. Da lì, sorprendendomi, Beppe mi invitò al NomadIncontro del 2012, ad aprire il loro concerto. Puoi immaginare il mio stato d’animo: arrivare lì per la prima volta, piccola, e trovarmi di colpo alle prese con un palco enorme ed un pubblico immenso. Ricordo che rimasi completamente senza fiato e che le emozioni furono talmente forti che la mia mente le ha quasi rimosse e faccio fatica a ricordarle tanto tremavo dalla paura. Fortunatamente non è andata così male perché l’anno successivo fui nuovamente invitata a partecipare. Da quel momento sono iniziate a nascere delle collaborazioni con Beppe: abbiamo fatto un evento a Frosinone, nella mia provincia, dentro le carceri dove lui ha suonato insieme a me alcuni successi dei Nomadi. Molte altre volte ho avuto la fortuna di aprire i loro concerti e da lì, tra una chiacchierata ed un’altra, ho provato a proporgli di incidere qualcosa insieme. Lui non si è tirato indietro e la prima cosa che fece fu quella di darmi un cd con alcune canzoni inedite da ascoltare. Mi disse «Ilaria partiamo da questo punto. Scegli una canzone, vieni a registrarla a Modena, voglio esserti vicino in questa tappa importante e vediamo un po’ quello che succederà». Ed è così che nasce Angello della notte, non appena l’ho ascoltata ho provato dei brividi su tutto il corpo ed ho immediatamente deciso di farla mia: un testo intenso che arriva al cuore di molte persone. Ad essere sincera, nemmeno io pensavo di raccogliere tutti questi consensi, siamo arrivati in Giappone ed in Germania e continuano ad arrivare richieste un po’ ovunque.

Angelo della notte è una canzone che, se si può dire, ha un arraggiamento molto “nomade” con un testo molto maturo. Come hai fatto, con la tua giovane età, a farlo tuo?

Sai, Angelo della notte è arrivata a pochi mesi dalla scomparsa di mio nonno. Lui era una presenza molto importante, che è stata fondamentale per il mio percorso di crescita. La prima volta che l’ho sentita ho immediatamente pensato a lui, ho avuto dei forti brividi ed ho pensato che quell’angelo, comunque, è sempre con me. Quella canzone mi è entrata dentro proprio per questo motivo e la sento molto mia perché è riuscita a rendere ancora più forte questo legame.

Sei riuscita ad emergere facendo quel che si faceva “una volta”: andando a bussare porta a porta, proponendo la tua voce. Nel 2017 è usanza comune credere che l’unico modo per emergere invece sia quello dei talent. Come li vedi?

Sono sincera, i talent non mi fanno impazzire, è inutile negare che hanno il vantaggio di darti molta visibilità e che oggi sembrano essere l’unico canale in grado farti emergere, però sento che non fanno per me. Amo la competizione, ma non mi piace il modo in cui questa viene messa in mostra e trasmessa. Io ora sono felice con Beppe Carletti, seguo al dettaglio ciò che mi viene proposto perché ho molta fiducia in lui, ma non so dove mi porterà e, ad essere sincera, non ci penso nemmeno troppo, prendo quello che viene. Perché alla fine Angelo della notte è già un sogno che si è realizzato.

Quali sono i tuoi progetti futuri?

Attualmente stiamo lavorando su un disco che uscirà tra qualche mese e che sarà lanciato da un altro singolo. La scorsa sera (il 24 marzo) ho debuttato con la mia band facendo, per la prima volta dal vivo, Angelo della notte e non poteva mancare la presenza di Beppe per questo battesimo. Poi farò diverse aperture ai concerti dei Nomadi, a cominciare dal 28 maggio a Casalvieri, in provincia di Frosinone, fino a settembre/ottobre. Ma ora quel che maggiormente mi preme e su cui mi sto maggiormente focalizzando è l’uscita di questo secondo singolo e del disco.

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