Vittorio De Scalzi. 50 anni di carriera tra Rolling Stones e Fabrizio De André

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A.R.M.O.N.I.A.

Festeggia 50 anni di carriera Vittorio De Scalzi, storica voce dei New Trolls, e lo fa nella maniera che gli è più consona: in musica. Con una canzone, L’attesa, che porta la firma di Zibba, e con un concerto – evento ricco di ospiti, che avrà luogo il 15 maggio al Teatro San Carlo di Napoli.

50 anni di carriera riassunti nei 3 minuti di una canzone: è stato impegnativo?
Ovviamente non è un vero e proprio riassunto, ma è stato un modo per celebrare questi 50 anni di carriera. 50 anni sono un bel numero e non me li sento addosso: al massimo 25! L’attesa è la canzone della maturità, che riassume il mio animo rock – progressive accompagnato dal mio essere cantautore della vecchia scuola genovese.

Dopo 50 anni, incidere un brano che si chiama L’attesa è piuttosto bizzarro…
È stato un caso che si chiamasse così, ma è perfetto, perché abbiamo aspettato tanto e siamo arrivati a 50 anni di carriera. È una canzone che parla di mancanze, fatta di parole che vengono dal cuore.

La canzone porta la firma di Zibba, suo quasi conterraneo. Qual è la “marcia in più” della “scuola genovese”?
Quella genovese è stata la prima “scuola” cantautorale d’Italia, forse per la sua vicinanza alla Francia. A Genova inoltre c’è il porto, e lì arrivava la musica da oltreoceano. Una volta i dischi potevano arrivare anche con due anni di ritardo, e spesso li portavano i ragazzi sulle navi, di ritorno da New York. Era un’atmosfera meraviglisoa per chi voleva creare cose nuove!

Vittorio De Scalzi sono i New Trolls, ma è anche Fabrizio De André, è Sanremo ed è tanto altro ancora. Come riassumerebbe questi 50 anni?
Senza quasi accorgermene, questi 50 anni sono volati, ricchi di belle esperienze e collaborazioni. Il primo concerto che ho fatto con i New Trolls, con una formazione che non era ancora quella definitiva, è stato per aprire un live dei Rolling Stones! E poi sono arrivate le jam session con Stevie Wonder. Insomma, tutta una serie di esperienze fantastiche. Quanto a Fabrizio De André, lo incontravo spesso al Lido di Genova. Quando arrivava, gli altri ragazzini urlavano: «È arrivato Faber!», e allora io, con la mia chitarra di plastica a pile, andavo da lui per fargli ascoltare le mie follie. Mai avrei pensato che nel giro di pochi anni avrebbe scritto i testi del primo album dei New Trolls.
Un incontro fondamentale in questi 50 anni è stato quello con Luis Bacalov, grazie al quale è nato il concetto dei New Trolls di “progressive rock”: fusione tra musica classica e musica rock, che ci ha fatto vendere qualche milione di vinili.
E poi ci sono state le canzoni scritte per altri: per Mina, per Ornella Vanoni, per Anna Oxa. Mi sono occupato della musica dialettale genovese, di cui sono sempre stato appassionato: nel ’67 ho persino scritto un pezzo ritenuto da tutti una canzone dell’antica tradizione genovese!
Insomma, non sto mai fermo, continuo a creare, a scrivere e mi sento proiettato nel mondo della musica: per lavoro suono e per hobby suono!

Un aneddoto che le piace ricordare?
In occasione del concerto in apertura ai Rolling Stones, avevamo rubato i pantaloni a Mick Jagger. E io andavo in giro con questi pantaloni, vantandomene con i miei amici, anche se loro non ci credevano. La cosa assurda è che li utilizzavo proprio come dei pantaloni e non come un cimelio, difatti non so più dove sono finiti!

Se adesso avesse 20 anni, che carriera crede che intraprenderebbe?
Non so assolutamente rispondere a questa domanda, mi è cambiato il mondo sotto i piedi. Ora non esistono neanche più i dischi: si chiamano “supporto fisico”, un’espressione tremenda. So solo che suonerei e cercherei di inserirmi nel mondo di oggi facendo musica.

Dopo 50 anni, da dove arriva la voglia di continuare a trovare nuovi stimoli?
Mi viene naturale, e forse è proprio questa la cosa che mi salva e che non mi fa sentire la mia età. Mi piace scrivere: quando ho un’emozione cerco sempre di metterla in musica per condividerla con chi avrà voglia di ascoltare.

Cosa ci dobbiamo aspettare dal concerto del 15 maggio a Napoli?
Un po’ di tutto! Ci saranno parecchi ospiti: Gino Paoli, Patty Pravo, i Neri per caso, Antonella Ruggiero, il cantante delle Orme, il cantante degli Osanna, il batterista dei Jethro Tull. Una serie di artisti che apprezzo, con cui ho condiviso parte della mia carriera. Sarà un grande concerto, in uno dei più bei teatri del mondo: un luogo che mette anche parecchia soggezione!
Quindi, seguirà un tour in pochi teatri scelti ad hoc, in cui farò un excursus musicale dei miei 50 anni di carriera.

Una carriera molto ricca. C’è ancora un tassello che manca?
Non bisogna mai lasciare degli spazi bianchi e io ho tutto il materiale per riempirli: ho la mia musica.

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