Ci sono incontri che ti cambiano la vita partendo da un fattore casuale, puo’ essere una persona, un disco un concerto.
È il potere della nostra umanità al suo massimo livello.
Non sempre si puo’ dire che la strada che porta alla conoscenza sia immune dal dolore.
La storia che viene raccontata in questo libro è una storia fortemente umana, vera, ringhiante di vitalità e incazzatura.
Sì, Maria Ragazzi è arrabbiata. Non riesce a indicare bene con chi è risentita ma è arrabbiata col destino che l’ha portata dove si trova ora.
Maria Ragazzi è un’insegnante, è madre di due figli adulti, ed è moglie di Italo. La sua vita è serena e appagante. Le sembra di essere felice.
Fino al 7 luglio del 2007.
Un banale giro in moto con il marito cambia la vita di entrambi.
Maria si ritrova immobile in un letto. Prigioniera di un corpo che non le risponde più, non può camminare, non può mangiare, non può parlare, le è rimasto un occhio solo.
Con quello ora sottolinea spesso che quella che conduce ora, da dieci anni, non è vita, perlomeno non del tutto.
Lo fa con vitalità e energia, ribadendo il suo essere in attesa fiduciosa di un cambiamento.
Lo fa lamentandosi del marito Italo che si accontenta di dormire quando in realtà c’è ancora tanto, tantissimo da fare, ci sono i loro due figli da guidare controllare, c’è la vita alla quale lei si sente sottratta da un destino ingiusto.
Non c’è pietismo nella prosa di Maria, questa è la qualità principale, non c’è voglia di inumidire il ciglio di chicchessia ma c’è la voglia di continuare a brillare e spingere per un cambiamento che è spesso se non esclusivamente appannaggio del mondo femminile.
Ecco.
“Cercavo conforto nel buio e nel pianto ma non ne ho ricavato nulla; poi mi sono fatta coraggio decidendo che vivere era più importante di tutto il resto. Ho iniziato a ridere, anziché piangere delle mie disgrazie. Non voglio la compassione degli altri e non so cosa farmene dell’altrui pietà, vorrei solo essere capita”.
Maria Ragazzi
La qualità principale che esce da queste pagine, belle e vere, è la solidarietà femminile, di creatrici del mondo come lo conosciamo che, anche in condizioni di totale avversità, si fanno promotrici del cambiamento.
Mi auguro che il libro di Maria diventi un fenomeno virale, che diventi un film, una serie tv, un disco, una mostra.
Un complimento ad Artestampa per aver raccolto la sfida e aver pubblicato questo libro doloroso ma necessario, soprattutto in questi tempi difficili.