Maurizio Cattelan: Be Right Back
di Maura Axelrod
Cattelan, quello del papa atterrato da un meteorite nel fianco, dei bambini impiccati in piazza XXIV maggio, della mano col dito levato al cielo davanti alla Borsa, di Hitler inginocchiato. Cattelan quello che è andato in pensione giovanissimo. Cattelan quello che “non è arte è marketing” (la scusa più semplice che ha lo spettatore un po’ travolto). Cattelan quello che ha fatto una mostra al Guggenheim di New York che ha sfidato l’architettura elicoidale del Guggenheim, esteticamente e anche tecnicamente: ha appeso tutte le sue creazioni. Tutto. E infatti la mostra si chiamava All. Che dire di più? Far raccontare Cattelan a Cattelan, alla maniera di Cattelan: quindi i non addetti ai lavori dell’arte contemporanea italiana vedranno per tre quarti di film un noto critico, Massimiliano Gioni, che a lungo è stato alterego di Cattelan, rispondere davanti alla macchina da presa fingendosi Cattelan. Lo sappiano: Cattelan è quel signore divertente e con un naso importante (come Pinocchio, gran bugiardo) che per tre quarti di documentario si diverte ad apparire e sparire, marginale, restìo alle spiegazioni, divertito, che solo verso la fine accetta di non rispondere. È andato veramente in pensione? O è un’altra delle sue opere? A proposito, guardatele le sue opere: non sono sempre oggetti…
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