I figli della notte. Studiano per dirigere il mondo

Un collegio di alta montagna per futuri lupi della classe dirigente

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I figli della notte
di Andrea De Sica
con Vincenzo Crea, Ludovico Succio, Fabrizio Rongione, Yuliia Sobol, Luigi Bignone
Voto 7

C’è un luogo tra le montagne dove i rampolli delle dinastie industriali vanno a studiare micro e macroeconomia lontani dalle tentazioni, in monacale silenzio, con rigidissima disciplina, anche per pagare qualche piccola colpa di gioventù o per essere tenuti fuori dalle scatole. C’è un protagonista (Crea) che sembra troppo fine per questa caserma di miliardari, che avrà un’amicizia col coprotagonista (Succio) che sembra troppo pazzo anche per questa follia tra le nevi. Ovviamente la disciplina è una convenzione che avvolge il caos, e i nostri si sposteranno velocemente da piccole trasgressioni studentesche verso amori infelici e addirittura verso la morte. L’opera prima di De Sica è ambiziosa e suona davvero anomala nel panorama italiano, ma veramente no: è che siamo così sfiancati dalle commedie che ci sembra pazzo chi prova altro e osa mescolare modelli mitteleuropei e comunque alti (si sentono ovviamente tracce di film claustrofobici su collegi e seminari, Il giovane Toerless, certe uscite del Lupo della steppa, certo Sartre di Infanzia di un capo) e poi è geniale l’uso di una bella vecchia canzone dei Matia Baazar. Poi ovviamente ci sono le pecche dell’opera prima. Però, averne …

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