Se avete la fortuna di fare un viaggio in Irlanda in queste settimane, e imbattervi in qualche festival musicale, non passeranno pochi minuti prima che sentirete parlare di lei, Susan O’Neill, meglio conosciuta come SON, età 26 anni, cantante e polistrumentista irlandese dall’età di 10 anni. Lo storico magazine HotPress (con il prestigioso giornalista Olaf Tyaransen a farle quasi da mentore) l’ha definita una sorta di nuovo prodigio musicale; Bono addirittura si è fatto dare il numero di telefono per farle tantissimi complimenti. Susan ha imparato ad amare la musica e suonare più strumenti perché la mamma non si fidava a lasciarla uscire di casa troppo tempo da sola, da ragazzina, nelle strade di Ennis. Si è unita poi all’Ennis Gospel Choir, innamorandosi del blues e del soul; ha studiato musica alla scuola WIT di Waterford unendosi ai gruppi locali Propeller Palms e King Kong Company e partecipando a numerosi festival importanti, come il Groove Festival, l’Electric Picnic ed altri. Ha da poco pubblicato il suo primo album Found Myself Lost.
Abbiamo il piacere di incontrare l’acclamata e giovanissima cantautrice e musicista irlandese SON, che ha appena pubblicato il suo primo album da solista, Found Myself Lost. Susan, come sei entrata nel mondo della musica?
Ho sempre amato la musica e ho sempre suonato da quando io ricordi. Ho iniziato a suonare la tromba nella mia banda di ottoni nell’ovest dell’Irlanda dall’età di 10 anni. Crescendo, ho ascoltato gente come Tori Amos, Stevie Nicks, Norah Jones, Simon & Gurfunkel e molte leggende del folk irlandese. Anche Axl Rose ha influito in qualche modo… già soltanto per la crudezza della voce, il suo essere “frastagliata”. Ho iniziato a scrivere canzoni a 13 anni, e alcune di queste sono contenute nel mio album di debutto, Found Myself Lost, che ho pubblicato a 25 anni. Il disco lo considero una collezione di canzoni autobiografiche che descrivono il mio percorso di vita e di crescita da ragazza adolescente fino all’età adulta.
In quanto tempo è stato registrato l’album?
L’ho registrato nel corso di un anno, andando ai Sun Studios di Dublino ogni volta che potevo, cercando di curare almeno due canzoni ogni sessione. Stare in studio in realtà è una delle parti che preferisco di tutto il lavoro, amo la concentrazione che ci vuole. Lo stare chiusa in uno studio, totalmente immersa nella musica ogni giorno- e spesso anche di notte!-fino a quando non raggiungi i tuoi obiettivi creativi. Amo veramente molto avere la band intorno a me perché condividere la musica è tutto.
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Con i social media così diffusi, quanto è difficile raggiungere visibilità per una giovane musicista dei nostri tempi?
La musica è un insolito cammino da intraprendere. Può essere una strada difficile e non c’è certo carenza di persone che cercano di essere famose. Non esiste un modo giusto o sbagliato per farsi ascoltare o notare, devi seguire il tuo istinto e sperare di avere qualche buon consiglio lungo la strada. Hai bisogno anche di un po’ di fortuna. Per esempio, il magazine irlandese HotPress mi ha chiesto di suonare per il loro sito una cover degli U2 alcuni mesi fa. Ho fatto la mia versione di Exit, contenuta in The Joshua Tree. Il giorno dopo la pubblicazione online, sono stata contattata inaspettatamente da Bono, che mi ha detto delle cose molto belle sulla mia performance. Questo ha attirato l’attenzione della stampa. Ogni piccola cosa aiuta!
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Ora che hai pubblicato il tuo primo album, quali sono i tuoi prossimi passi?
Sto facendo un sacco di concerti. In Irlanda è la stagione dei festival e quindi sarò impegnata nei prossimi mesi in diversi live. Al di là dei miei impegni da solista, canto con altre due band – Propeller Palms e King Kong Company – e sto facendo molti concerti anche con loro. Suonerò a Glastonbury il prossimo weekend con i King Kong Company, ne sono veramente felice. Sto anche scrivendo molto materiale nuovo al momento. C’è molta musica live in Irlanda e quindi guardo moltissime band e cantanti che continuano ad ispirarmi sempre di più (Eddie Vedder è stato magnifico a Dublino la scorsa settimana). A luglio vedrò gli U2 al Croke Park, molti fan su Twitter mi vorrebbero sul palco a suonare con loro! In agosto mi esibirò alla National Concert Hall con Sharon Shannon e per me sarà davvero fantastico. Ho sempre desiderato suonare lì.
Qualche progetto di suonare in futuro in Italia?
Lo spero! Una volta ho suonato in un concerto all’aperto a Stresa, ed è uno dei concerti più belli che abbia mai fatto. Lo scenario era davvero mozzafiato. Mi piacerebbe davvero molto tornare in Italia per qualche altro spettacolo.
Bene, SON, un’ultima domanda. Qual è il tuo più grande sogno?diventare una popstar o…?
Voglio soltanto condividere le mie canzoni con chiunque le ascolti. Mi piacerebbe anche diffondere un messaggio di incoraggiamento alle persone affinché facciano ciò che amano e di essere se stessi. La musica mi aiuta a fare questo. Infine, non voglio mai smettere di imparare, voglio crescere il più possibile per riuscire a tirare fuori il meglio di me come musicista. Ci spero, farò del tutto in questa vita per realizzare il mio sogno.
Per la versione inglese dell’intervista cliccare Qui.
L’album di debutto di SON è acquistabile QUI
Found Myself Lost Spotify
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Si ringrazia Olaf Tyaransen per la sua estrema gentilezza.
Traduzione e revisione Claudia Assanti