Delirio rock nella capitale con gli Alter Bridge

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Foto di Danilo D'Auria

Dopo l’ultimo sold out all’Unipol Arena di Bologna dello scorso dicembre, sono tornati in Italia gli Alter Bridge. Primo concerto heavy per il Postepay Rock in Roma, che solo per questo live ha cambiato la location spostandosi all’Orion Live Club di Ciampino.
L’ultimo album della band di Orlando, The Last Hero, si è confermato all’altezza delle aspettative, anche se i fan restano forse più legati ai loro primi dischi, Blackbird tra tutti.
In apertura di serata gli svedesi Blues Pills ci riportano negli anni d’oro del rock con un repertorio rock-blues davvero energico: una mezz’ora di concerto guidato dalla voce della grintosa Elin Larsson e dalla chitarra preziosa di Dorian Sorriaux. A chiudere la loro performance la cover di Somebody To Love dei Jefferson Airplane.

A questo punto cresce l’attesa per gli Alter Bridge, chiamati a gran voce dal pubblico. Sono le nove e mezza quando Myles Kennedy, Mark Tremonti, Brian Marshall e Scott Phillips salgono sul palco. Il boato riempie l’Orion.
Il primo brano è Come To Life e il pogo liberatorio può avere finalmente inizio davanti al palco. I volumi sono assordanti e all’inizio si fa fatica a sentire la voce di Kennedy, presto però ci si abitua a questa bolgia infernale. Da Come To Life si passa a Addicted to Pain, dove il pogo assume contorni devastanti.
Il repertorio si alterna tra vecchi successi e brani dall’ultimo album, come My ChampionCrows On a WireThe Writing On The Wall. Sono soprattutto i classici a entusiasmare il pubblico: Cry Of Achilles, Ties That Bind e Isolation. Molto intimo il momento di Watch Over You, con Kennedy solo sul palco, che canta insieme al pubblico.
Blackbird è il momento più alto della serata, con il lungo assolo di Mark Tremonti. Ma non è finita qui: Open Your Eyes, vero must della band, e Metalingus chiudono la scaletta. Il bis non può mancare, con Show Me A Leader e Rise Today
Avremmo potuto assistere ad un concerto migliore se solo fosse stato all’aperto. Oltre al caldo (comunque sopportabile, anche se c’erano circa mille persone in un posto chiuso), la location ha reso il sound molto ovattato e rimbombante. Le sonorità della band le conosciamo tutti: non amano certo mettere i volumi al minimo. All’Ippodromo della Capannelle sarebbe stata un’altra storia.
Resta il fatto che gli Alter Bridge hanno riconfermato quella che è la loro natura: animali autentici da palcoscenico. Tremonti è una garanzia alla chitarra e la voce di Kennedy “parla” da sola.

E così ce ne torniamo a casa, in fila ordinata tra le strade di Ciampino, contenti per il concerto, un po’ più sordi di prima, cosa a cui non ci si abitua mai del tutto.

SCALETTA ALTER BRIDGE ROMA
1.Come to life
2.The Writing on the Wall
3.Addicted to Pain
4.Ghost of Days Gone By
5.Cry of Achilles
6.My Champion
7.Ties That Bind
8.Crows on a Wire
9.Waters Rising
10.Watch over you
11.Isolation
12.Blackbird video sull assolo
13.Open Your eyes
14.Metalingus

ENCORE:
15.Show me a leader
16.Rise today

2 COMMENTI

  1. Gli Alter Bridge sono una delle mie band preferite ma mi dispiace dirlo è stato veramente un concerto di merda! Loro sono dei mostri dal vivo e la scaletta era qualcosa di pazzesco ma il posto…. vorrei sapere chi ha deciso di fare un concerto rock del genere in un posto al chiuso e di estate, non si sentiva assolutamente nulla, le chitarra uscivano solo durante gli assoli e spesso neanche bene, le ritmiche erano sempre impastate e la voce di Kennedy a tratti inudibile. Spendere 40 euro con 6, (dico 6!!) euro di prevendita per vedersi rovinare un concerto in questo modo è qualcosa di inaccettabile. Per quanto mi riguarda se e quando faranno un nuovo tour li vedrò all’estero. L’organizzazione musicale qua in Italia sta diventando ridicola….

    • Concordo, prima parte del concerto davvero pessima, decidere di spostarli in quel buco….. sconcertante!
      All ippodromo avrebbero spaccato.

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